sabato, Aprile 27, 2024

Al Teatro San Carlo la mostra “Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo”

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Il Teatro San Carlo di Napoli ha inaugurato, al MeMus, un nuovo percorso espositivo dedicato ai propri spettatori, turisti e napoletani attenti all’arte, alla cultura e alla moda.

Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo è la nuova Mostra con cui il Teatro San Carlo, a partire da sabato 18 dicembre, ha deciso di celebrare il proprio pubblico, dopo un lunghissimo periodo in cui è stato il grande assente per i motivi ben noti e drammatici legati alla terribile pandemia.

Pertanto, in una prospettiva ribaltata, in cui è il Teatro San Carlo a guardare ai propri spettatori, il pubblico diventa protagonista assoluto di un racconto che si sviluppa negli spazi del MeMus, all’interno del Palazzo Reale di Napoli

Questa narrazione visiva e audiovisiva che parte per lo più dagli anni Cinquanta del Novecento e arriva fino alla contemporaneità, si snoda attraverso fotografie, libretti, biglietti, abbonamenti, oggetti vari, abiti e accessori, ma anche testimonianze dirette del pubblico di oggi. 

MeMus, il Pubblico si mette in Mostra Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo
Sofia Loren

L’allestimento museale valorizza le raccolte documentarie che costituiscono il patrimonio archivistico del Teatro San Carlo, in particolare, il fondo fotografico dell’Archivio Storico del San Carlo, oggetto di un recente intervento di digitalizzazione dell’intera serie di fotografie di scena, ritratti, album, cartelloni, sostenuto dalla Regione Campania nell’ambito di una serie di azioni supportate dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania. 

Non mancano alcuni storici scatti dell’Archivio fotografico “Riccardo Carbone”, partner nell’ambito della fitta rete istituzionale attivata sul progetto, nella quale trova posto anche il Museo della Moda di Napoli – Fondazione Mondragone – Museo del tessile e dell’abbigliamento “Elena Aldobrandini”. Usi e costumi del pubblico sancarliano vengono fuori anche da racconti di storici frequentatori del Teatro, come Sergio Ragni, curatore di diverse iniziative, progetti editoriali e mostre realizzate a MeMus negli ultimi dieci anni.

MeMus, il Pubblico si mette in Mostra Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo
1952 Prova generale dell’opera Otello al Teatro San Carlo IngridBergman@aRCHIVIOcARBONE scn_026_0719_009@

Il rapporto del pubblico con lo spettacolo – afferma il sovrintendente Stéphane Lissner – si vede anche nel modo in cui lo spettatore si veste per andare a teatro.  Come ho potuto constatare sia alla Scala che al San Carlo, l’eleganza non è solo un fattore generazionale, perché anche i giovani hanno più cura del loro abbigliamento quando hanno in programma una serata ad un teatro d’opera; dunque qual è il motivo di questa attenzione, e perché è così legata all’opera e non ad un’altra rappresentazione?

Io credo che, particolarmente in Italia, questa consuetudine nasca da un retaggio storico e culturale, la lirica rappresenta nella storia dell’uomo un evento sociale ed intellettuale in cui la comunità aveva modo di assistere ad uno spettacolo straordinario insieme al Re e alla nobiltà, e per dimostrare di essere all’altezza di questa comunione doveva apparire nel migliore dei modi possibili.

MeMus, il Pubblico si mette in Mostra Prêt à parterre: di moda in modi al San Carlo
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Ancora oggi, sebbene assente la monarchia, all’interno dei teatri d’Europa e principalmente al San Carlo di Napoli, si respira un’atmosfera sospesa nel tempo in grado di evocarci un passato lontano, facendoci vivere una età dell’oro che abbiamo sempre immaginato e che arricchendosi, colorandosi, mutandosi è ancora nostra”.  

Abito questo teatro da oltre vent’anni – racconta la direttrice generale Emmanuela Spedaliere che della mostra è ideatrice e curatrice assieme a Giovanna Tinaro e Giusi Giustinoe sono stata testimone di oltre quattromila alzate di sipario.  Sotto i miei occhi un pubblico di appassionati e non, di ogni età e provenienza. Ogni volta ho assistito alla funzione che il pubblico svolge in un luogo in cui si possono recitare regole sociali e valori.

E accanto al rito ho visto riflesse, all’interno della platea, le abitudini della società rappresentata: in scena tutti, come attori di un’opera che si svolgeva dall’altra parte del palcoscenico. Frequentare l’opera ha un significato diverso rispetto alle altre forme d’arte: è un’esperienza emozionale ma anche sociale. Il teatro d’ opera nella storia è sempre stato strettamente connesso alla moda. A teatro come al cinema, i registi e i costumisti hanno da sempre decretato mode e modi di essere nella società reale”. 

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