venerdì, Aprile 26, 2024

Periferie senza bus a Napoli, discussione in commissione Mobilità

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

La commissione Infrastrutture e Mobilità, presieduta da Nino Simeone, ha affrontato con il direttore d’esercizio del trasporto su gomma dell’Anm, Fabrizio Cicala, il problema della carenza di bus a Napoli nelle zone periferiche.

L’emergenza sanitaria e le regole del distanziamento sociale hanno peggiorato un problema storico in alcune realtà come la carenza o addirittura assenza di bus a Napoli nelle periferie. Una situazione che sicuramente peggiorerà con l’effettiva partenza della Fase 2 il prossimo lunedì, ha spiegato il presidente Nino Simeone. Alla riunione ha partecipato il vicesindaco Enrico Panini.

Prima di entrare nell’argomento, la commissione ha ascoltato dall’ingegner Cicala, reduce da un sopralluogo presso il deposito di Via Nazionale delle Puglie, e dal vicesindaco Panini un aggiornamento sulla situazione della pulizia dei bus che ieri e stamattina ha determinato il blocco di alcune linee per la protesta degli autisti. L’emergenza è rientrata, ha assicurato l’ingegner Cicala, che ha anche spiegato che le operazioni di igienizzazione e sanificazione alle quali vengono sottoposti i mezzi sono comunque presidiate da personale interno dell’azienda e certificate giorno per giorno dalla ditta che se ne occupa. Anche il problema del passaggio di cantiere tra la Samir e la nuova ditta (Coopservice), che aveva determinato nelle scorse settimane agitazioni tra i dipendenti, è stato risolto, ha assicurato Panini, con l’accordo delle organizzazioni sindacali in Prefettura. Nel corso della riunione, che poi ha dovuto lasciare per altri impegni, il vicesindaco ha anche spiegato che nel servizio di trasporto pubblico locale il vero limite è costituito dalle misure di distanziamento sociale imposte dall’emergenza sanitaria; un problema per tutte le città, che potranno assicurare il trasporto pubblico, a queste condizioni, solo con un consistente aiuto da parte dello Stato.

Sull’argomento della carenza di trasporto su gomma nelle zone periferiche della città, il presidente Simeone ha dato la parola ai consiglieri che hanno sollecitato la riunione e che hanno esposto la situazione di grave discriminazione che si trovano a vivere gli abitanti di alcune periferie urbane, soprattutto a Nord e ad Est della città. Il dibattito è stato l’occasione anche per fare alcune valutazioni di carattere generale sul servizio Anm e sulle difficoltà, che saranno crescenti nelle prossime settimane, di garantire il servizio in città.

Gli interventi dei consiglieri.

L’intera Area Nord, ha detto Salvatore Guangi (Forza Italia) è abbandonata a sé stessa, e fortemente discriminati sono i 20mila abitanti di un quartiere come Marianella che da tre anni non hanno linee su gomma che li connettano al centro, ma anche alle stazioni della metropolitana e ad alcuni servizi essenziali come il presidio Asl di zona. Un altro aspetto da affrontare, ha sottolineato Guangi, è quello delle tariffe assicurative esose praticate a Napoli; fatto particolarmente discriminatorio proprio quando per l’emergenza i cittadini cercano di utilizzare mezzi di trasporto alternativi. Va, infine spiegato perché ci sono oltre 70 mezzi fermi nei depositi Anm.

È di fatto annullata l’intermodalità nella Municipalità 8, ha detto il consigliere Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle), e il trasporto pubblico, inesistente, è di fatto sostituito da “mezzi alternativi” che con 1 o 2 euro trasportano i passeggeri dalla e verso la metro di Chiaiano. Il tema del trasporto pubblico, inoltre, non può essere affrontato se in relazione al tema della viabilità: strade chiuse o parzialmente interdette nei prossimi giorni faranno aumentare il traffico già sostenuto di questi giorni, soprattutto nella zona ospedaliera.

Un obbrobrio, per Aniello Esposito (Partito Democratico), la situazione dei collegamenti tra la zona Est e il centro, e questo in un generale contesto da Quarto Mondo. Particolarmente deprecabile la scelta di mettere in cassa integrazione autisti assunti da poco per la mancanza di mezzi e inspiegabile agli occhi dei cittadini di San Giovanni a Teduccio il fatto che i tram, che pure partono per il centro, non effettuino servizio urbano (fino alla riapertura del cantiere di Via Marina, ha spiegato il vicesindaco Panini, norme di sicurezza lo vietano).

È nel contesto di una generale riprogrammazione del servizio, ha detto Maria Caniglia (Misto), che occorre prevedere nell’immediato di servire zone storicamente scoperte, e per individuarle i consiglieri sono disponibili a offrire la propria collaborazione.

Occorre maggiore coraggio, ha detto Mario Coppeto (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra), nell’individuare strategie atte a rispondere alle esigenze dei cittadini, in una situazione che a breve termine, se perdurano le regole del distanziamento sociale, determinerà il caos; per implementare l’offerta dei bus, occorre immaginare partnership tra pubblico e privato che consentano di ampliare l’offerta, e questo per evitare che il trasporto privato, unica alternativa, determini un tracollo delle condizioni ambientali.

Rosario Andreozzi (DemA) ha sostenuto che se i consiglieri possono rappresentare le problematiche territoriali, spetta all’azienda prospettare le soluzioni: la cosa certa è che non possono esserci discriminazioni; tutta la città deve essere servita dal trasporto pubblico.

È giusto chiarire le responsabilità, ha detto Diego Venanzoni (Partito Democratico), senza scaricarle sui dirigenti. Sembra, quando si parla di partecipate, che l’Amministrazione comunale non sia mai responsabile di nulla: a fine mandato, non si può più giocare raccontando che tutto va bene.

A tutte queste questioni ha risposto il direttore dell’esercizio su gomma di Anm, Cicala, premettendo che sul problema specifico del trasporto su gomma nelle zone periferiche al momento le soluzioni possono solo essere prefigurate, ma non realizzate; Anm sta utilizzando tutte le proprie risorse: operai della manutenzione, addetti ai controlli (tra poco si aggiungeranno anche gli ausiliari del traffico per disciplinare le file alle fermate), autisti (ai 700 autisti Anm si aggiungono 120 interinali). Nella situazione data, attivare una linea in un quartiere significa sottrarla a un altro. Mezzi nei depositi ce ne sono, ma sono tutte vetture vecchie, risalenti al 1997, che non possono che essere vendute o rottamate. Nelle condizioni di viabilità favorevoli fino a oggi, le linee che servono la periferia hanno ridotto i tempi di percorrenza, ma alla ripresa effettiva bisognerà fare i conti con il fatto che non potranno trasportare più di 20/25 persone. Nella zona Nord sicuramente c’è stato un contraccolpo dovuto al fatto che i mezzi Ctp non effettuano più servizio urbano, e per il futuro va in ogni caso riprogrammato il servizio perché proprio nelle zone periferiche – che andrebbero chiamate residenziali, più propriamente – è aumentato il numero degli abitanti: servono nuovi autisti e nuovi mezzi.

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