venerdì, Aprile 26, 2024

Il mondo della cultura in lutto per Ezio Bosso: “La musica sussurra e ci svela la vita”

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Ezio Bosso, il celebre pianista, compositore e direttore d’orchestra, si è spento ieri, all’età di 48 anni. Una perdita che riempie di enorme tristezza tutto il mondo della cultura.

L’improvvisa scomparsa di Ezio Bosso, avvenuta ieri nella sua casa di Bologna, è una di quelle notizie che non vorremmo mai vedere pubblicate su nessun giornale, soprattutto quando a lasciarci è una persona così solare e disponibile, il cui sorriso magnetico aveva già conquistato una larga fetta di pubblico, che ha iniziato ad amare questo pianista, compositore e direttore d’orchestra, con un affetto molto particolare.

Se ne è andato in silenzio e troppo presto, dopo aver combattuto con estrema dignità la sua iniqua e logorante malattia, una malattia neurodegenerativa che, già nel settembre del 2019, era notevolmente peggiorata.

A tal proposto, in una recente intervista, aveva dichiarato di non poter più suonare “bene” il pianoforte e aveva invitato, pertanto, il pubblico a non fare più richieste di questo genere per evitargli un ulteriore umiliazione gratuita, visto che non poteva più controllare bene l’articolazione delle dita.

Nel 2011 era stato operato al cervello per asportare un maledetto tumore, ma poi successivamente era stato anche colpito da una sindrome autoimmune. La sua enorme forza di volontà, unita ad una grande passione per la musica, invece di rallentarne l’attività lo aveva indotto ad intensificarla, attività alla quale si era avvicinato fin dalla tenera età di 4 anni, e che da qualche tempo gli aveva permesso di superare ostacoli anche molto difficili, senza mai abbandonare la sua nobile e preziosa attività di musicista.

Tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e/o di vederlo esibirsi davanti alle più grandi orchestra sinfoniche, me compreso, conservano un ricordo affettuoso e indelebile non solo della sua arte direttoriale, ma anche e, forse soprattutto, della sua estrema umanità, del suo essere semplice nello stesso tempo profondo nei suoi delicati e costruttivi ragionamenti, tali da infondere quel forte senso di gratitudine, che non tutti i grandi, talvolta, riescono a trasmettere così bene, soggiogati spesso da una vanitosa popolarità.

Ezio Bosso, invece, trasmetteva forti emozioni, perché aveva una sensibilità estremamente sviluppata: era ironico, solare e sempre sorridente e durante i suoi concerti il pubblico avvertiva quella dolce e velata sensazione di arte che traspariva anche dal gesto significativo della sua bacchetta, che agitava con grande passione sul podio.

Spesso ripeteva: “una delle cose che la musica mi ha insegnato e regalato, e per cui le sono immensamente grato, è che non si smette di imparare e scoprire. Vi dirò di più, la musica trascrive tutto: è nata per trascrivere i suoni della natura, è diventata persino nello scorrere dei secoli un modo per tradurre opinioni, anche quelle sociali o religiose. La musica sussurra e ci svela la vita”.

Parole significative e dense di commozione, per un uomo che ha amato la musica più della sua stessa vita, forse perché la musica stessa è vita; un uomo dotato di una profonda e generosa capacità di trasmettere quella gioia di suonare e di ascoltare della buona musica di altissimo livello, come pochi hanno saputo fare. La sua scomparsa mi rattrista, ci rattrista molto, perché perdiamo un importante punto di riferimento per i giovani, per la musica e per la  cultura in generale, per un mondo così malvagio e vacuo, che con la sua perdita di certo non migliora.

Mi piace pensare che la sua arte, la sua nobile e dignitosa battaglia contro una terribile malattia possano fungere da insegnamento per migliorare la nostra fallace e difficile società odierna, che proprio in questa drammatica emergenza avrebbe avuto bisogno del sostegno, vivo e fattivo, di  questo grande musicista e uomo dignitoso. Tuttavia la sua vita, come lui stesso ha affermato, gli ha regalato numerose soddisfazioni, gli ha fatto incontrare belle persone, compreso l’amore, ha reso uno degli uomini più felici al mondo, felice proprio come un musicista.                  

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