venerdì, Aprile 26, 2024

La danza mondiale piange la sua étoile per eccellenza: addio a Carla Fracci

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Addio a Carla Fracci: la grande étoile (icona assoluta della danza classica apprezzata in tutto il mondo) è morta all’età di 84 anni dopo una lunga malattia.

La danza, la cultura e tutta l’arte mondiale piangono la morte di Carla Fracci. La grandissima étoile, un vero e proprio simbolo della danza classica apprezzata in tutto il mondo, è deceduta a 84 anni (ne avrebbe compiuti 85 il prossimo 20 agosto) nella sua casa di Milano dopo una lunga malattia. La camera ardente sarà allestita nel foyer di entrata del teatro La Scala, dove i milanesi potranno passare per omaggiare la loro straordinaria concittadina.

Nata in una famiglia di umili origini, il padre era un alpino e la madre un’operaia. Dall’età di 10 anni, ovvero nel 1946, Carla Fracci ha studiato alla scuola di ballo del teatro Alla Scala di Milano, diplomandosi nel 1954.

Diventata danzatrice solista nel 1956, la sua arte inizia ad essere conosciuta a partire dal 1958, quando diventa prima ballerina. Da allora è un susseguirsi di successi, tra grazia, eleganza e passione, fino a essere riconosciuta come una delle più grandi stelle della danza classica.La danza mondiale piange la sua étoile per eccellenza: addio a Carla Fracci Nel corso degli anni, Carla Fracci ha calcato centinaia di palchi, affiancata dai più grandi interpreti della danza mondiale, come Rudolf Nureyev, Ivan Vassiliev, Michail Baryshnikov, Paolo Bortoluzzi e Massimo Murru, fino a Roberto Bolle.

Una carriera elegante e leggendaria, quella di Carla Fracci, la quale ha interpretato oltre 200 ruoli, tra cui Giselle, Medea, Giulietta, La Sylphide, Swanilda e Francesca da Rimini.

Dal 1964 è indissolubilmente legata al registra teatrale Beppe Menegatti, che ha curato la regia della maggior parte dei suoi spettacoli a La Scala e da cui ha avuto un figlio, Francesco. La sua grandezza fu celebrata anche da uno dei poeti più importanti del 900 italiano, Eugenio Montale, che le dedicò la poesia “La danzatrice stanca”.

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