mercoledì, Maggio 1, 2024

Jasmine Trinca racconta ‘La Storia’ in 4 serate dall’8 gennaio su Rai1

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Gabriella Monaco
Gabriella Monacohttp://www.2anews.it
Redattrice laureata in 'Lettere Moderne'. Appassionata di Scrittura, Arte, Viaggi e Serie tv."

Jasmine Trinca è la protagonista di La Storia in onda in 4 serate a partire da lunedì 8 gennaio in prima serata su Rai 1.

“Avere la grandissima occasione di raccontare con una voce di donna ‘la Storia’, che spesso invece viene raccontata dagli uomini”. E’ una delle ragioni per le quali Jasmine Trinca ha accettato di subito di diventare a protagonista di La Storia, la serie diretta da Francesca Archibugi, in onda in 4 serate a partire da lunedì 8 gennaio in prima serata su Rai 1 (il primo episodio sarà già disponibile dal 6 gennaio), tratta dall’omonimo capolavoro di Elsa Morante, uscito 50 anni, fra le polemiche, ma accolto da un grandissimo successo di pubblico.

In questa nuova trasposizione tv (a 38 anni da quella diretta per Rai2 da Luigi Comencini con Claudia Cardinale), ci sono fra gli interpreti anche Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga (al debutto) e Valerio Mastandrea.

“Per me Elsa Morante è un nume tutelare – spiega Jasmine Trinca -, ho chiamato mia figlia Elsa in omaggio a lei. La storia è il mio romanzo d’elezione, e sono di Testaccio il quartiere dove è ambientata gran parte della trama. Sentirsi offrire un ruolo come questo è qualcosa che aspetti per tutta la vita”.

Nel racconto (una produzione da 17 milioni di euro di Picomedia in collaborazione con Rai Fiction e con Thalie Images) che prende il via nella Roma popolare d’inizio anni ’40 Jasmine Trinca è Ida, maestra di scuola, di origine ebraiche (che tiene nascoste) vedova e madre di un figlio sedicenne, Nino (Zenga), pieno di vita, ribelle e all’inizio, fascista entusiasta.

Un giorno, la donna è vittima di uno stupro da parte di un giovane soldato tedesco ubriaco. La violenza provoca una gravidanza, che Ida porta avanti. Nasce così, in segreto, Giuseppe, detto Useppe, che con la mamma vivrà alcune delle fasi più dure e violente della guerra e di ciò che ne scaturisce. “Ida è come una capretta disgraziata che ha paura di stare al mondo ma è anche un personaggio con una grandissima forza, epico – aggiunge Trinca-. Morante guarda agli ultimi con sconfinato amore, ci si può confrontare con lei solo con grandissima umiltà”.

Il suo racconto “non è mai individuale, parla di una collettività e di come la guerra sempre affligge i poveri, perché la fanno i potenti”. A firmare la sceneggiatura sono la regista, il premio Strega Francesco Piccolo, Ilaria Macchia e Giulia Calenda, tra le firme quest’anno anche dello script di C’è ancora domani, nonché nipote di Luigi Comencini e figlia di Cristina, co-sceneggiatrice con Suso Cecchi D’amico dell’adattamento del 1986: “allora ero troppo piccola per guardarlo, e quando mi hanno offerto il progetto ho preferito aspettare prima di vedere la versione di mio nonno, per non rischiare di esserne troppo influenzata”.

Anche Francesca Archibugi non ha visto prima l’adattamento di Comencini, “che oltre a essere un grandissimo regista, ha realizzato secondo me il capolavoro televisivo per eccellenza, Pinocchio… e per La storia già il confronto con il libro era schiacciante”.

Quando la cineasta ha accettato il progetto ha posto “al produttore Roberto Sessa delle condizioni: la prima era di non avere attori stranieri fra gli interpreti, pur essendo questa una coproduzione. Sentivo che doveva esserci un cast ispirato e oculato”.

Il romanzo all’uscita nel 1974, per volontà dell’autrice fu pubblicato da Einaudi direttamente in edizione tascabile e vendette in pochissimo tempo un milione di copie: “Erano anni in cui non si poteva raccontare gente povera che perdeva, il proletariato doveva sempre trionfare – ricorda Piccolo -. Elsa Morante si ritrovò contro tutti i giornali di sinistra, subì un attacco violentissimo, anche da Pasolini”.

Un romanzo del genere “ci riporta anche a quello che succede oggi, la propaganda di chi vuole farci passare per giusta una guerra che viene subita da chi la vive per difendere i privilegi altrui – osserva Elio Germano -. Ci ritroviamo nella stessa assenza di senso”. Questa Storia “ci riguarda tutti in qualche modo – spiega Asia Argento – Ad esempio, mia nonna era ebrea, mio nonno partigiano, ma erano racconti un po’ tabù, perché c’erano dentro troppo dolore, troppi traumi”.

Il rapporto fra letteratura e prodotto tv è uno dei capisaldi di Rai Fiction – sottolinea il vicedirettore Francesco Nardella – E’ una delle strade che dà anche il senso del servizio pubblico”.

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