martedì, Maggio 7, 2024

Il tifoso ai tempi dei social: un tuttologo che ha pochi rivali

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Il Calcio Napoli è in difficoltà. Ma cosa sarebbe successo con lo stadio aperto? Siamo davvero convinti che quei trentamila tifosi (perché questa è la media) avrebbero sostenuto i giocatori? Ecco un’analisi obiettiva.

Dato che va di moda il “te lo avevo detto”, voglio essere sincero: ad inizio campionato avevo detto che la rosa del Napoli era completa con l’arrivo di Bakajoko ed avendo puntellato l’attacco (vero problema dello scorso anno) con Osimhen (tra i 5 più quotati giovani attaccanti al mondo) e Petagna.

Sarò ancora più sincero: se ci fosse stata la possibilità di vendere Lozano a 40 milioni l’avrei fatto. Continuo ad essere sincero quando dico che il Napoli fino alla partita con l’Inter mi appariva come una squadra che poteva lottare tranquillamente per il titolo.

Sono sincero quando dico che fino a quel momento Gattuso sembrava aver trovato la giusta alchimia tra fase offensiva e difensiva ed il 4-2-3-1 aveva trovato, grazie al demiurgo Gattuso, anche il suo equilibrio. Sarò ancora più sincero se aggiungo che avrei preferito (come ampiamente scritto negli articoli) l’alternanza del 4-3-3 col 4-2-3-1 e che questi due moduli, alternati a dovere ed usati bene, potevano creare non pochi problemi alla tattica avversaria.

Fatta questa premessa sono sincero quando dico che tutte quelle considerazioni le avevo fatte con la rosa completa o quasi. Ma come posso giudicare ora una squadra ed il suo allenatore se ad ogni partita mancano almeno 3 o 4 titolari? Come posso giudicare un allenatore che non ha il tempo di allenare tatticamente la squadra ma solo tenerla su sotto l’aspetto fisico? E come posso considerare “tifoso” chi, davanti a tante difficoltà oggettive continua a gettare chili di letame su allenatore, direttore, presidente e giocatori?

Sinceramente vorrei andare negli spogliatoi del mio Napoli e gridare ai ragazzi: “FORZAAAAAA, NOI SIAMO CON VOI, CAPIAMO LE VOSTRE DIFFICOLTÀ E SIAMO QUI’ PER DIRVELO”.

Ma non posso farlo e sono costretto a leggere castronerie assurde di fantomatici allenatori e presidenti di giochi manageriali su piattaforme di dubbia provenienza.

Ero bambino quando andavo allo stadio e c’erano novantamila anime che accompagnavano squadre del Napoli tecnicamente scarsissime verso l’agognato traguardo della salvezza.

Quei 90000 erano stupidi? Erano folli? O Forse erano semplicemente e fieramente Tifosi… con la T maiuscola!

Nei primi anni 80 la vera ricchezza per una società di calcio erano gli incassi del botteghino ed il Calcio Napoli è stata, per decenni, la squadra che ha incassato di più. Pochi si lamentavano contro la cattiva gestione societaria (perché in quel caso davvero i soldi venivano spesi malissimo!) e, anzi, preferivano andare a riempire le gradinate per incoraggiare i ragazzi con la maglia azzurra.

Erano pazzi? Erano stupidi? O forse, oggi, siamo molto più intelligenti e conoscitori di calcio?

Le risposte sono fin troppo semplici da dare e non perderò tempo a scriverle.

La moda del momento, con l’avvento dei social, è criticare senza dare spunti di riflessioni; essere convinti che il proprio pensiero sia sempre quello giusto: ma questa certezza è solo una inammissibile aberrazione dell’intelligenza umana. Un po’ come se venisse l’idraulico a casa ed io mi permettessi, con una laurea in giurisprudenza, di consigliargli come svolgere il suo lavoro. Al massimo, se dovessi ritenere che non ha lavorato bene, la prossima volta ne chiamerei un altro ma non mi permetterei di disturbarlo mentre lavora dando opinioni senza essere del campo.

Purtroppo (o fortunatamente, fate voi…), oggi, tutti vedono le partite e tutti si sentono allenatori e presidenti. Perchè, mi chiedo, non fare (bene) l’unica cosa che si potrebbe possiamo fare ovvero i tifosi?

Cosa sarebbe successo con lo stadio aperto? Siamo davvero convinti che quei trentamila (perché questa è la media) avrebbero sostenuto i giocatori?

Ma se anche durante il periodo di Sarri non siamo riusciti a riempire lo stadio? Ma se anche in quel periodo si ascoltavano chiaramente le lamentele contro il Presidente e contro la società, come può, il tifoso (nel senso di categoria) permettersi di erigersi a giudice della situazione attuale del Calcio Napoli?

Il vero tifoso, nelle trasmissioni radiofoniche o sui social, si preoccuperebbe delle condizioni di Osimhen e Mertens, chiederebbe come sta Fabian Ruiz. Quanti sanno se lo spagnolo è asintomatico oppure no? Un tifoso si preoccuperebbe della condizione fisica della squadra. Invece si critica Petagna, si critica Bakajoko e si getta fango sui calciatori che in campo (dicono) non corrono. E basta… o almeno questo vale per una grande fetta.

Siamo diventati tuttologi senza rivali e di quel tifoso che riempiva le gradinate del San Paolo è rimasta solo qualche fotografia sbiadita dal tempo e riposta in qualche album fotografico.

Chiamatemi pure nostalgico ma, credetemi, non lo sono: di solito non guardo indietro ma solo avanti in quanto indietro non si può tornare.

Permettetemi allora di sognare un domani fatto di bandiere azzurre nel Diego Armando Maradona; permettetemi di sognare tifosi che protestano contro la Lega per l’ennesimo rigore non dato e per lo squallore della sentenza dei giudici sportivi dopo Juventus Napoli che addirittura aveva gettato fango sulla nostra serietà ed onorabilità.

Di queste cose dovrebbero essere pieni i social!

Invece, Gattuso “nun è bbuon”, “o’ Presidente adda caccià e sorde” e “Mario Rui è na’ pippa”. Va bene… se così vi piace, ma non vi lamentate, poi, se quelli che voi chiamate “giornalai” (e non giornalisti) vi continuano a gettare bocconcini succulenti per prendersi qualche “click”: se questo è il “pubblico”, queste cose ci meritiamo…

Chiedetevi invece se stiamo davvero aiutando il nostro Napoli con tutte queste chiacchiere da tuttologi.

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