venerdì, Aprile 26, 2024

Nel libro Cuorineri la Brindisi vista da Simona Pino d’Astore

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Nel nuovo romanzo della scrittrice brindisina tre personaggi reali del capoluogo pugliese dicono no al contrabbando, allo spaccio ed alla corruzione nel nome della moralità e dell’onestà.

di Giuseppe GiorgioLeggendo di Brindisi su ogni enciclopedia, la descrizione comune del popoloso centro del Salento in Puglia è quella di una città importante capace di rivestire un fondamentale ruolo commerciale e culturale dovuto alla sua fortunata posizione verso Oriente ed al suo porto naturale, ancora esistente, sul mare Adriatico. 

Ma è soltanto leggendo il romanzo inchiesta “Cuorineri”, ispirato a fatti realmente accaduti e scritto dalla brindisina Simona Pino d’Astore per la collana “Black Line” della Graus Edizioni, che si può fare la conoscenza della vera “Brinnisi” (come dicono i brindisini) e di una realtà che vede il bel capoluogo pugliese deturpato dal contrabbando, dallo spaccio e dalla corruzione.

Nel libro Cuorineri la Brindisi vista da Simona Pino d’Astore

Ed è proprio in questo scenario che nel libro della scrittrice Pino d’Astore, le vicende di Franco Altavilla, Luigi Narcisi e Luigi Patisso, si intrecciano con storie vere, rapine, omicidi e reati penali scontati in carcere per conto di una criminalità organizzata.

La stessa che appare come l’unica strada percorribile da questi tre personaggi, indicati con i veri nomi, investiti del difficile ruolo di indiscussi protagonisti di un libro ricco di pathos e di coinvolgenti momenti.

Spiegando le modalità per diventare “professionisti del malaffare”, l’autrice tra le pagine del suo intrigante lavoro analizza le varie possibilità di intraprendere questa tormentata strada indicandola come diretta conseguenza di un’infanzia fatta di povertà e di privazione con genitori senza affetto ed episodi di violenze domestiche. Un malaffare, quindi, quello descritto dall’artefice di “Cuorineri” sottotitolato “Il direttore”, che rappresenta la diretta conseguenza di un’adolescenza in cui il bisogno di arricchirsi diventa ossessivo così come la necessità di emergere nel ruolo di capo.

Una realtà triste, distorta, il più delle volte violenta ed insaguinata che tuttavia porta i tre bambini della storia, poi diventati uomini, a considerare la delinquenza come un passepartout per il benessere ed il tanto desiderato successo.

Uno stile di vita beffardo quello adottato dai tre protagonisti della storia che ben presto li costringerà a sacrifici sempre più onerosi capaci di compromettere la salute, gli affetti e l’integrità morale.

E sarà proprio il sopraggiunto desiderio di ambire ad una vita fatta di moralità ed interezza che porterà Narcisi e Patisso alla decisione di voltare pagina nel segno dell’onestà.

Un scelta difficile, coraggiosa, dettata da un’anima non del tutto sopita dalla corruzione e dalle avversità che vedrà i due alle prese con le istituzioni cittadine non più corrotte e con la candidatura a Sindaco di Brindisi della loro ex compagna di classe, Anna.

Un romanzo- verità quello di Simona Pino d’Astore in cui il destino della sua città e quello dei tre uomini appaiono uniti da un legame indissolubile. Una catena forte più delle ostilità di una società alla sbando che, offrendo forza e vigore morale agli artefici della vicenda, potrebbe persino rappresentare la salvezza di Brindisi e la sua liberazione dalla corruzione e dal marcio.

Dimostrando ancora una volta il suo interesse per la criminologia, per la cronaca della società e per la politica, con “Cuorineri” l’autrice conferma la sua grande vocazione per la scrittura narrativa e la sua innata voglia di fare chiarezza al cospetto dei tanti fatti reali di un presente sempre più d’appannaggio della cronaca nera e del mistero.

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