venerdì, Aprile 26, 2024

Chi ha inventato il bingo e perché si chiama così

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Il Bingo è simile alla Tombola ma ha origini americane. Ecco tutte le curiosità di questo gioco ideato da Edwin Lowe, un venditore di giocattoli di New York.

Quante volte abbiamo sentito parlare del Bingo? Si tratta di un gioco che si basa semplicemente sull’estrazione di alcuni numeri che vanno poi segnati su delle cartelle. Il Bingo si pratica perlopiù in grandi sale con set di palline numerate che vengono sostituiti periodicamente per controlli fiscali, dopo un terminato numero di partite. Non tutti gli appassionati, però, sono a conoscenza delle origini di questo gioco e soprattutto da dove derivi il suo nome, che non sembra provenire dall’italiano. Infatti, le origini della denominazione appartengono agli americani.

Tutto merito di Edwin Lowe, un venditore di giocattoli di New York. In sé per sé il Bingo esisteva già in quanto derivato del lotto e della Tombola, ma negli States se ne giocava una versione particolare chiamata “Beano”, da “bean”, cioè “fagiolo” in inglese. Nel partecipare a una partita, però, invece di gridare “bean” dopo aver marcato tutti i numeri sulla propria cartella, Lowe gridò per sbaglio “Bingo” e il termine suonò talmente orecchiabile da essere adottato da lì in avanti anche dagli altri giocatori.

Proprio come nella Tombola, nel Bingo i giocatori devono soltanto seguire le estrazioni e utilizzare oggetti di piccole dimensioni per coprire i numeri usciti sulle cartelle. Nel Bingo si vince solo con la cinquina o marcando tutti i numeri della cartella. I numeri hanno significati diversi, condivisi proprio con la Tombola. Per capire dunque quali sono le principali differenze tra Bingo e Tombola basta dare un’occhiata ai premi. Esistono infatti diversi tipi di Bingo: più si va avanti nel gioco, più la posta in palio sale. Se si effettua il Bingo dopo un preciso numero di estrazioni comunicato all’inizio della partita, allora si potrà vincere qualcosa in più. Niente di così trascendentale, comunque. Rimane il fatto che i partecipanti al gioco non devono fare assolutamente niente e ricoprono un ruolo passivo. A giocare un vero ruolo fondamentale nel Bingo è la fortuna.

Il Bingo avrebbe subito molte le influenze dei giocatori tedeschi e transalpini per diventare come lo conosciamo oggi. In ogni caso, sembra che la tradizione legata a questo gioco stia a poco a poco scemando. Le sale presenti sul territorio nazionale sono sempre di meno. E pensare che in Italia il Bingo arrivò ufficialmente nel 1999. Dunque, non ha goduto di un successo così duraturo, in fin dei conti. Tuttavia, il termine “Bingo” è diventato persino un modo di dire entrando nel linguaggio popolare. Nel resto d’Europa la situazione dalle sale, però, non è idilliaca.

Come intuibile, il Bingo è un gioco autorizzato dai Monopoli di Stato e le vincite vanno sempre controllate e registrate. Non è certo questo, però, che sta frenando i giocatori. Talvolta trovare posto in una sala diventa veramente complicato. Una partita può includere infatti anche decine di partecipanti e di conseguenza le probabilità di vittoria diminuiscono. Non a caso, per alcuni giocatori il Bingo rappresenta oggi perlopiù un passatempo per stare in compagnia. Iniziare una partita con l’obiettivo prefissato di vincere sarebbe sbagliato, oltre che assurdo. Dato che dipende tutto dalle estrazioni, è impossibile azzardare qualsivoglia di pronostico in un gioco del genere. Un po’ come accade nella Roulette. Il Bingo è tutt’altro che un gioco di abilità.

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