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Epatite C, è possibile il libero acquisto dei farmaci all’estero

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Per chi non rientra nei criteri definiti dall’Aifa per ottenere i nuovi farmaci per la cura dell’Epatite C è consentito, grazie a una circolare del ministro Lorenzin, di comprarlo in altri Stati o di farselo spedire.

di Maria Sordino – Ricordate i viaggi della speranza che spingevano le persone in India per comprare i nuovi farmaci per la cura dell’epatite C o l’acquisto degli stessi via internet, ai limiti della legalità? (leggi 2ANews.it del 7 marzo 2017). Sembra che le cose finalmente siano cambiate: con una circolare, emanata dal ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, viene rivoluzionato il sistema di assistenza per decine di migliaia di persone affette da Epatite C e, soprattutto, per la prima volta assistiamo a un segno tangibile di cambiamento nel settore delle cure per questa malattia infettiva.epatite Infatti, i pazienti che non rientrano nei criteri di cura fissati dall’Aifa per ottenere i farmaci anti epatite C, potranno acquistare il medicinale generico all’estero, sempre che sia per uso personale, così come per chi volesse curarsi prima, senza aspettare la chiamata del proprio centro di epatologia. Inoltre, poiché nella circolare non si parla espressamente di epatite C, questo rende il provvedimento applicabile anche ad altri medicinali, se si verificheranno situazioni simili.

La situazione in Italia dopo la circolare – Nessun medicinale può essere commercializzato in Italia senza avere ottenuto un’autorizzazione da Aifa. Con la circolare di oggi, Il Ministero della Salute introduce due deroghe al principio:

  • Medicinali posti regolarmente in vendita in Paesi esteri, ma non autorizzati all’immissione in commercio sul territorio nazionale, possono essere spediti dall’estero su richiesta del medico curante.
  • Medicinali regolarmente registrati in Paesi esteri, possono essere portati dal viaggiatore al momento dell’ingresso nel territorio nazionale, purché destinati a uso personale per un trattamento terapeutico non superiore a 30 giorni.

È possibile mettere in atto tutto questo, in mancanza di una valida alternativa terapeutica in Italia e, quindi, anche quando esiste un medicinale autorizzato nel nostro paese con lo stesso principio attivo, ma diverso da quello che si acquista all’estero per dosaggio, confezionamento, e così via. E ancora, quando l’accesso al medicinale disponibile in Italia non risulti possibile per il paziente, in quanto lo stesso non rientra nei criteri di eleggibilità al trattamento per l’erogazione del medicinale a carico del Servizio sanitario nazionale, ovvero per la sua onerosità. Purtroppo, però, ancora una volta l’accesso alle cure sarà disponibile solo per chi potrà permetterselo. E allora? È stata pubblicata qualche giorno fa in Gazzetta Ufficiale la determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco che autorizza l’ammissione alla rimborsabilità del medicinale Epclusa, un superfarmaco che colpisce il virus nell’organismo umano e che allarga la possibilità’ di cura a persone che fino ad ora erano tagliate fuori dal trattamento. L’accordo raggiunto sul nuovo farmaco consente di abbattere i costi e segna un passo particolarmente significativo nell’attuazione e nella sostenibilità economica del piano di eradicazione dell’epatite C. Infatti, dal prezzo di 16.600 euro si sarebbe arrivati ad una spesa, per il servizio sanitario nazionale, di circa 4 mila euro a paziente.

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