venerdì, Aprile 26, 2024

Portici, delitto al mercato nel maggio 2004: 7 arresti nel clan Vollaro

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Cronaca di Napoli: sette arresti nel clan Vollaro a 15 anni dal delitto nel mercato di Portici (in cui morì “Peppe ‘o furnaro”).

Stamattina gli agenti del Commissariato di Portici, sotto il coordinamento della Dda, hanno eseguito sette arresti, emessi dal Gip del Tribunale. Hanno subito tale provvedimento capi ed affiliati del clan Vollaro di Portici, gravemente indiziati di porto e detenzione di arma, spari in luogo pubblico, ricettazione e omicidio premeditato a danno di Giuseppe Iacone (detto “Peppe ‘o furnaro”), in concorso tra loro e aggravato dal metodo mafioso.

Si tratta di Pietro Vollaro (55 anni), Giuseppe Vollaro (50 anni), Antonio Romagnoli (48 anni), Antonio Froncillo (40 anni), Ciro Nocerino (33 anni), Giuseppe Toti (56 anni) e Mariano Donadona (36 anni). I fatti risalgono al 28 maggio 2004, quando in via Bellucci Sessa a Portici (nella zona del vecchio mercato) fu segnalata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco.

Due feriti nell’agguato: Iacone, 42 anni, bersaglio dei sicari, e Antonio Roussel, venditore ambulante, finito per errore nella traiettoria degli spari. Soccorsi dal personale del 118, i due furono trasportati all’ospedale Loreto Mare di Napoli. Iacone morì dopo due ore di intervento chirurgico, mentre Roussel riportò una ferita d’arma da fuoco al fianco destro con prognosi di 10 giorni.Portici, delitto al mercato nel maggio 2004: 7 arresti nel clan Vollaro Le indagini dirette dalla Dda e condotte dal commissariato di Portici hanno permesso di raccogliere indizi probatori a carico degli arrestati che, ritenuti validi dal Gip del Tribunale di Napoli – Sezione 13^ -, ha emesso la misura coercitiva della custodia in carcere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Gli arrestati sono stati raggiunti dalla misura nei luoghi di detenzione, ove già si trovano ristretti per altri reati, mentre Mariano Donadona è stato rintracciato nella provincia di Pesaro Urbino, dove si era trasferito da circa 10 anni.

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