Ad alcuni il suo nome forse è ignoto, eppure Giovanna Voria, titolare dell’Agriturismo Corbella a Cicerale nel Cilento, Provincia di Salerno, è ambasciatrice della dieta mediterranea nel mondo. La strada che porta alla sua attività fu chiusa a novembre, ma il ricorso vinto al TAR le ha dato ragione.
CICERALE (SA) – In un altro paese, europeo, francofono o anglosassone che sia, una figura come quella di Giovanna Voria sarebbe tutelata e rispettata al pari di un tesoro nazionale. L’ambasciatrice della dieta mediterranea nel mondo, ospite di corsi, convegni, conferenze in Europa e nelle Americhe (risale all’anno scorso la sua visita in Brasile), invece si trova a dover combattere contro la marea montante della burocrazia infernale all’italiana e a dover pagare tasse e sostenere spese con l’attività chiusa, ferma e senza incasso.
Però di battaglie riesce a vincerne, e la prima vittoria gliel’ha concessa il TAR, il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania che per San Valentino, il 14 febbraio 2018, ha accolto il ricorso contro l’ordinanza comunale del sindaco Francesco Carpinelli di Cicerale.
Su segnalazione del Demanio e del Genio Civile, infatti, il primo cittadino aveva firmato il 6 novembre 2017 per la chiusura immediata del tratto stradale sterrato che rappresenta l’unica via di accesso all’attività agrituristica. Ora l’annullamento del provvedimento implica la riapertura della strada e la sua messa in sicurezza, o almeno un’alternativa che garantisca lo svolgimento dell’attività imprenditoriale.
Impresa ferma da mesi, ben prima del contenzioso, perché a fine luglio 2017, come evidenziato dall’immagine sopra, lo stato dell’arte nel percorso sterrato era già degno di un girone infernale. Davanti agli smottamenti del manto stradale, all’asfalto eroso e interrotto da pietre, sassi e ciottoli appuntiti che emergono a ogni tornante, è difficile non pensare al passaggio di Dante e Virgilio nella bolgia ripida e scoscesa dei sodomiti, quella in cui l’Alighieri incontra il suo maestro Brunetto Latini tra i dannati.
Solo un fuoristrada o una 4×4 può procedere senza pensieri, per tutti gli altri il viaggio diventa un grattacapo e può trasformarsi in danno al battistrada dei pneumatici, per non parlare degli ammortizzatori. Da qui la perdita di tanti clienti affettuosi e affezionati, anche da paesi stranieri come la Francia, ospiti puntuali a Pasqua e d’estate, e di conseguenza conti in rosso, entrate pari a zero e uscite fiscali onnipresenti. Preoccupazioni che tormentano ormai troppo spesso il tessuto imprenditoriale italiano, quello delle piccole e medie imprese, ossatura della nazione, generatrici e incubatrici di PIL, sbandierate ad ogni occasione elettorale per poi cadere nel dimenticatoio delle politiche concrete.
Questo perché “se ci fosse stata la volontà politica di agire, di fare qualcosa, sarebbero già intervenuti” ripete Giovanna Voria al microfono, testimone da anni dello sfascio di uno dei territori più belli e incontaminati d’Italia. “I turisti mi raccontavano sempre, quando ancora venivano a trascorrere le vacanze, che riuscivano ad avvertire subito l’odore dei gas di scarico di una vettura – rivela la Voria -, giacché l’aria è talmente pulita e pura qui, a differenza delle grandi città, da farlo distinguere immediatamente”.
Sentieri che una volta erano percorsi da amanti del trekking sul fiume Alento, aree che potrebbero diventare attrezzate e fare da volano di sviluppo, generando posti di lavoro nel Parco Nazionale del Cilento, “uno dei pochi in Italia a vantare più della metà dei presidi Slow Food regionali e due beni UNESCO come i templi di Paestum e la dieta mediterranea”, ricorda la Voria, che teme per il futuro della sua terra.
“I giovani emigrano come una volta in Nord Italia, Germania, Francia, UK dove ho mia figlia, e in America, i paesi si spopolano e rimangono gli anziani che, seppur longevi e notoriamente centenari, non sono immortali e prima o poi passeranno il testimone”. Ma senza le nuove generazioni è difficile pensare alla sopravvivenza della loro eredità.