Dalle colline dell’entroterra laziale alla vertiginosa modernità della Greater Bay Area, il viaggio di Polselli si è arricchito di un nuovo, significativo approdo. Al Sigep China 2025, salone internazionale dell’innovazione dedicato alla gelateria, alla pasticceria, alla panificazione e alla pizza, il celebre molino di Arce ha saputo distinguersi come custode e interprete dell’eccellenza molitoria italiana.
Nel cuore pulsante del Shenzhen Convention & Exhibition Center, tra architetture avveniristiche e un pubblico cosmopolita, Polselli ha presenziato all’evento non come semplice espositore, ma come protagonista di una narrazione culturale più ampia. Insieme all’Associazione Verace Pizza Napoletana, l’azienda ha dato vita a un’autentica esperienza immersiva: il Pizza Club, un format pensato non solo per stupire, ma per formare, divulgare e tramandare l’anima più vera della pizza napoletana.
In un contesto dominato dall’alta tecnologia e dalla ricerca di nuovi orizzonti del gusto, Polselli ha puntato sulla semplicità sostanziale della sua materia prima: la farina. Un ingrediente apparentemente umile, ma carico di significato, che sotto le mani esperte dei maestri pizzaioli, è diventato veicolo di racconto e di identità. Attraverso masterclass, laboratori e degustazioni, le miscele firmate Polselli hanno mostrato al pubblico cinese tutta la potenza espressiva del grano lavorato con intelligenza, memoria e rigore.
Non è stato solo un esercizio tecnico o commerciale, ma un vero e proprio atto di trasmissione culturale. La pizza, nella sua essenza più autentica e regolata dal disciplinare AVPN, è stata proposta come rito collettivo, come ritorno a un sapere profondo che parla di tradizione, di umanità e di visione. In questo scenario, le farine Polselli si sono fatte strumento di un messaggio alto: promuovere la cultura del cibo buono, etico, rispettoso delle origini.
Partecipare al Sigep China in sinergia con un ente autorevole come l’Associazione Verace Pizza Napoletana ha rappresentato per Polselli un passo importante non solo sul piano del posizionamento internazionale, ma soprattutto sul piano simbolico. Perché esportare un prodotto non è solo questione di mercato: è atto di fiducia, gesto di apertura, volontà di dialogo tra mondi. E così, tra profumi di impasti e calore di forni, l’azienda ha rinnovato il suo impegno: portare ovunque, anche nei luoghi più lontani, l’anima profonda della nostra arte gastronomica.
In quell’incontro tra tradizione e modernità, tra la lingua della farina e quella del fuoco, Polselli ha dimostrato che raccontare l’Italia non è un esercizio nostalgico, ma un viaggio nel presente, con lo sguardo rivolto al domani.