venerdì, Aprile 26, 2024

Paolo Caiazzo all’Augusteo tra il web, la pandemia ed Eduardo De Filippo

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Paolo Caiazzo, autore, attore e regista, con il suo spettacolo “Ehi…Prof! Posso venire la prossima volta?” in scena al Teatro Augusteo, ha ben convinto e divertito il pubblico.

Superando i sentieri di coloro che in teatro hanno portato il cinema e la Tv, Paolo Caiazzo, autore, attore e regista, con il suo spettacolo “Ehi…Prof! Posso venire la prossima volta?”, in palcoscenico ha addirittura condotto il mondo del web e dei social.

Un esperimento nuovo che, al Teatro Augusteo, ha visto il popolare artista trasformarsi in una specie di ingegnere sociale, o meglio ancora, in una sorta di hacker dell’anima pronto a carpire, attraverso la rete, le più segrete informazioni e i mutamenti degli individui al cospetto della pandemia e del conseguente lockdown.

Così, partendo dalla sua rivoluzionaria idea, Caiazzo, ha ricostruito in scena l’ interno familiare di un professore di storia e filosofia di nome Vittorio De Stefano, collocandolo nel fatidico periodo compreso tra quel 9 marzo 2020 (inizio lockdown) e i giorni nostri. Un quadretto di famiglia complesso ma decisamente esilarante, dove, il povero docente, bloccato dall’isolamento, deve fare i conti con una moglie insoddisfatta, le problematiche della figlia, un cognato convivente e come se non bastasse, con la sua classe e le lezioni in Dad.Paolo Caiazzo all'Augusteo tra il web, la pandemia ed Eduardo De Filippo

Comicissimo grazie anche a un linguaggio social, nonchè veloce per effetto di un ritmo piacevolmente sostenuto, lo spettacolo ha ben convinto e divertito sia per il preciso bozzetto sociale che fornisce relativamente alla questione Covid 19, sia per il modo di fondere insieme il teatro comico con i sentimenti di un teatro di spunto civile.

Dalle vicissitudini di una famiglia bloccata in casa dall’isolamento al ricordo dei trucchetti usati per sottrarsi ai famosi dpcm firmati Conte, fino a giungere all’ironia di certe lezioni online, a prendere corpo è una dimensione divisa tra la risata e l’analisi meditata. Ed è lo stesso professore della vicenda, non certo avvezzo alle tecniche da Weschool al punto da vedere comparire in casa le proiezioni dei suoi studenti, a fornire una specie di insegnamento eduardiano.

Una lezione che, dopo le precise citazioni legate al maggiore dei De Filippo con le sue commedie “Natale in casa Cupiello” e “Filumena Marturano”, giunge persino all’emblematica “Napoli Milionaria” che presta l’assist vincente per trasformare il fatidico “andrà tutto bene” nella leggendaria “ha da passà ‘a nuttata”.

Con lo stesso autore e regista felicemente calato nei panni del ciceroniano protagonista, con gli attori Daniela Ioia e Giovanni Allocca che ben sostengono lo spirito dei due atti e ancora, con i giovani Daniele Ciniglio, Mery Esposito, Lucienne Perreca e il nutrito gruppo delle webserie “Quelli della DAD”, la commedia in scena all’Augusteo fino a domenica prossima, piace e convince.

Così come la sua parabola, o meglio, la sua severa allegoria conclusiva, grazie alla quale, ponendo il protagonista De Stefano e i suoi congiunti dinanzi al dramma, Caiazzo tira in ballo quel Gennaro Jovine di Eduardo De Filippo e quella sua famiglia del ’42, arricchitasi illegalmente per effetto degli eventi bellici. Un parallelismo più che indovinato pronto a mettere a nudo tutto il brutto del genere umano scaturito dal pericolo di contagio insieme alla certezza che “’A guerra nun è fernuta”.

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