mercoledì, Maggio 8, 2024

Calcio Napoli: la scure del fair play finanziario sulla serie A

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Se Milan e Roma stanno facendo i conti con le regole del Fair play finanziario, l’Inter ne è appena uscita e la Juventus rischia di cadere sotto la “scure” delle regole. Solo il Calcio Napoli può agire liberamente.

Il calcio delle bandiere, delle partite alle 15.00 di domenica, dei “mecenati” che attingevano al proprio patrimonio per rafforzare le squadre è, ormai, finito.

Totti via dalla Roma, Sarri alla Juventus, lo “spezzatino” di ogni santissimo week end ed infine pur essendo il cambiamento più importante, le regole del fair play finanziario.

Non c’è nulla di male a voler rimanere “romantici” e vivere credendo che il calcio di fine millennio esista ancora ma bisogna rendersi conto che quel calcio è finito.

Restano undici giocatori in “mutande” che corrono dietro ad un pallone e, questo, non cambierà mai. Oggi si può godere dello spettacolo “calcio” in ogni momento ed in ogni giornata; forse senza le emozioni della contemporaneità me, certamente, con la possibilità di vedere (e non sentire) tutte le giocate dei campioni.

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Nella eterna lotta di ciò che era più bello o di ciò che è più utile non ne usciremo mai.

Piuttosto bisogna soffermarsi su uno degli aspetti che sembrano non voler entrare nella testa dei tifosi: parlo delle regole del Fair play finanziario.

Adottato dalla UEFA ormai da anni, è entrato in vigore lasciando sempre meno spazio di azione ai presidenti mirando, per ogni società calcistica, al pareggio di bilancio.

Spiegare cosa sia o come si faccia il bilancio di una società di calcio potrebbe essere più complicato che spiegare a dei bambini gli schemi di Guardiola ma i dati di tutte le squadre possono essere consultati facilmente nelle pagine economiche di qualsiasi giornale on line.

Basterebbe guardare in casa delle principali squadre italiane per capire il grande lavoro che che il Calcio Napoli ha fatto in questi anni e basterebbe guardare le “mosse” possibili di mercato per capire quanto sia importante avere i conti “a posto”.

Il Calcio Napoli può vantare un attivo di bilancio di circa 40 milioni (ed è l’unica squadra in attivo premiata più volte dall’UEFA come esempio in europa…).

Andiamo a vedere cosa succede alle altre squadre.

L’Inter è uscita quest’anno dal settlment agreement siglato con l’Uefa nel 2015. I risultati sportivi dei neroazzuri, che hanno un fatturato che è più del doppio di quello del Calcio Napoli, sono sotto gli occhi di tutti. Per rientrare nei parametri del FFP la squadra milanese ha dovuto ridurre le proprie ambizioni e sarà tenuta, comunque, sempre per le regole del fair play, a rispettare l’obbligo di non avere una perdita netta aggregata superiore a 30 milioni nell’arco di un triennio. significa che nel prossimo trienni tra acquisti e vendite non dovrà avere un bilancio in passivo per oltre 30 milioni!!!

La Roma rischia di entrare nella spirale del Fair play se non raggiungerà il pareggio di bilancio entro la fine del mese. il disavanzo è di 40 milioni circa e, da qui, la necessità di vendere prezzi pregiati come Dzeko e Manolas. Già lo scorso anno i giallorossi, nonostante la qualificazione alla Champions dovettero risanare il bilancio dando l’addio a giocatori importanti ad esempio Allison. I risultati sportivi dei giallorossi alle prese con il pareggio di bilancio già da qualche anno sono chiari: dagli 87 punti del 2016 2017 ai 77 del 2017 2018 ai 66 di quest’anno. E’ chiaro quanto può costare, in termini sportivi, mettere a posto un bilancio?

Il Milan ha una situazione complicatissima. Dopo aver siglato un setlment agreement con l’UEFA, non ha rispettato le tempistiche ed il rientro di bilancio puntando a rafforzare la squadra per sperare in nuovi sponsor e nei soldi della Champions. Nè l’una nè l’altra: le scommesse sono pericolosissime con le nuove regole. Solo il cambio di proprietà con Elliot ha portato ad un nuovo settlement con l’UEFA.

Senza andare per le lunghe, la situazione si potrebbe sbloccare solo con un accordo con l’UEFA: la rinuncia alla partecipazione alla prossima EUROPA LEAGUE ed ad una multa di 12 milioni da scontare sui prossimi introiti UEFA.

Con i punteggi che tengono conto dei risultati degli ultimi 5 anni nella classifica europea, capite cosa significa non partecipare alle coppe? I risultati sportivi degli ultimi anni sotto la scure del FFP sono fin troppo evidenti: nessuna partecipazione alla Champions, ed una media punti negli ultimi sette anni di 61.8 (la più bassa tra le prime 5 squadre della serie A).

Capitolo Juventus. Potrebbe sembrare incredibile ma anche i bianconeri rischiano grosso. Lo scorso anno potevano vantare un attivo di bilancio di 80 milioni interamente dilapidati con l’acquisto di Ronaldo. Il bilancio di quest’anno, al netto di “tutto” potrebbe chiudersi con un disavanzo di 200 milioni di cui 50 sarebbero coperti dalla prossima partecipazione alla Champions e 150 dovrebbero essere coperti da plusvalenze. Ciò significa che il mercato della Juventus dovrà non tanto tenere conto delle effettive necessità della “rosa” ma al bilanciamento delle esigenze di bilancio.

In chiusura, chi accusa De Laurentiis di non “cacciare soldi” ha capito ben poco del calcio del nuovo millennio. E se gli acquisti di Manolas e James Rodriguez potrebbero sembrare, agli occhi dei contestatori, un cambio di rotta, ai più attenti, invece, potrebbero apparire come degli azzardi nel bilancio. Azzardi che, comunque, potrebbero essere facilmente superati, il prossimo anno, con la plusvalenza derivante dalla vendita di Koulibaly… ma sempre con una cessione.

Forse è meglio che il tifoso torni a fare il tifoso e lasci lavorare serenamente chi ha portato, con la programmazione e la pazienza, la squadra ad essere la seconda forza in Italia pur avendo il quinto fatturato.

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