La figura di Giorgio Ascarelli è legata alla nascita dell’Associazione Calcio Napoli e all’edificazione del primo e unico stadio di proprietà della società azzurra. Una storia, quella degli Ascarelli, costellata da tantissime luci, in una città in cui hanno spesso dominato le ombre. Ma paradossalmente cancellata dalla memoria di Napoli.
Presso l’Istituto di Cultura Meridionale è stato presentato l’ultimo libro di Nico Pirozzi “ASCARELLI, una storia italiana”, a due giorni dalla conferenza stampa che si è svolta il 28 maggio scorso, non a caso organizzata a centotrent’anni dalla nascita di Giorgio Ascarelli, (28 maggio 1894) per annunciare i progetti dedicati alla storia di questa famiglia.
Erano presenti oltre all’autore Nico Pirozzi e il giornalista Gigi Di Fiore, l’Avv. Gennaro Famiglietti, Corrado Ferlaino, Giandomenico Lepore, Franco Malvano e il Colonnello Alessandro Amatiello.
Nico Pirozzi ha ricostruito la storia di questa famiglia di imprenditori e mecenati. Una storia, quella degli Ascarelli, costellata da tantissime luci, in una città in cui hanno spesso dominato le ombre. Ma paradossalmente cancellata dalla memoria di Napoli. Non solo per l’abominio delle leggi razziste del 1938, ma anche per l’inconscio timore di dover fare i conti con un passato mai passato, dove a primeggiare è spesso il peggio a discapito del meglio.
Il libro
Della famiglia Ascarelli, di cui si ricorda solo Giorgio, il fondatore dell’Associazione Calcio Napoli, prematuramente scomparso, si è cancellata la memoria. Questo libro ripercorre una storia che parte da molto lontano, come quella i molti ebrei espulsi dalla Spagna sul finire del Quattrocento. Una storia che, prima di approdare a Napoli, era passata per Roma, dove il cognome Ascarelli era stato per secoli una sorta di istituzione nel campo del commercio di lane e tessuti. Massoni, garibaldini e mazziniani fino al midollo, tre dei cinque figli maschi di Pellegrino B. Ascarelli dopo l’Unità d’Italia aprirono una filiale dell’azienda paterna in una Napoli che, come il resto d’Italia, solo da pochi anni aveva riconosciuto parità di diritti agli ebrei. A inizio Novecento, la succursale partenopea della Ditta Pellegrino B. Ascarelli è una realtà imprenditoriale che dà lavoro a centinaia di persone, riconoscendo loro diritti fino ad allora più auspicati che reali (assenze per malattie o maternità, ferie, festività nazionali e natalizie e tredicesima mensilità). Infine, non da ultime, le generose donazioni che la famiglia elargì al popolo degli ultimi. Insomma qualcosa di simile a un riscatto umano prim’ancora che sociale.
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