martedì, Aprile 23, 2024

Stazione spaziale cinese in caduta verso la Terra. Allarme anche in Italia

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

La stazione spaziale cinese Tiangong-1slitta, ancora l’orario dell’impatto previsto per domenica sera. Ecco gli ultimi aggiornamenti sull’orario dell’impatto sulla Terra secondo le stime dell’Asi e dell’Aerospace Corporation.

La stazione spaziale cinese Tiangong-1 è sempre più vicina alla Terra. Secondo quanto rilevato dall’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR) non si conosce ancora la zona interessata dall’impatto. Dagli ultimi dati si rileva che il rientro potrebbe avvenire il primo aprile con un margine di un giorno in più o in meno, quindi fra il 31 marzo e il 2 aprile.

Ultimi aggiornamenti

L’ultima stima dell’Agenzia spaziale italiana sul rientro in atmosfera, soggetta ancora ad ulteriori variazioni in funzione dell’evoluzione del flusso solare e tempeste geomagnetiche, prevede come data nominale il 1° aprile 2018 alle ore 19:03 UTC (le 21:03  italiane) con incertezza e intervalli di confidenza (cioé intervalli di probabilità) dell’80% pari a 6 ore e del 95% pari a 11,5 ore. Significa che, secondo le stime dell’Asi, all’80% la Stazione Spaziale cinese Tiangong-1 arriverà nell’atmosfera terrestre tra le 15 italiane di domenica pomeriggio e le 03 della notte successiva.

L’ultima stima dell’Aerospace Corporation, che sta monitorando il crollo in diretta, è invece delle ore 20:30 UTC (le 22:30 italiane) sempre di domani, Domenica 1 Aprile, con un margine di incertezza di 8 ore (quindi tra le 14:30 italiane e le 06:30 di Lunedì mattina.

Nota della Protezione Civile

La protezione civile ha emesso norme da seguire qualora alcuni frammenti raggiungessero il nostro territorio:
• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
• i frammenti potrebbero impattare sui tetti degli edifici, per cui si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. In linea generale, si consiglia a chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo e mantenersi a un distanza di almeno 20 metri, segnalandolo immediatamente alle autorità competenti.

Che cos’è Tiangong-1?

Tiangong-1 è la prima stazione spaziale cinese, lanciata in orbita il 29 settembre 2011. È composta di due moduli cilindrici montati uno sull’altro: quello di servizio, con un diametro di 2,5 m, e quello abitabile, con un diametro di 3,4 m, per una lunghezza complessiva è di 10,5 m. La struttura è alimentata dai 2 panelli solari, larghi 3 m e lunghi 7 m. Al momento del lancio la stazione pesava 8506 Kg, ma una piccola fetta era rappresentata dal propellente.

Secondo recenti calcoli la massa attuale oscillerebbe tra i 7500 e i 7550 Kg.
La stazione è stata pensata e costruita come laboratorio-test per esperimenti e attracco delle varie navette Shenzhou. Essa fa parte del ben più ampio Programma Tiangong che vuole vedere la Cina avere nello spazio una stazione spaziale orbitante da 20 tonnellate (su modello della Mir) entro il 2022.

Grazie al lavoro svolto durante le due missioni e ai dati raccolti da remoto il team cinese è riuscito a monitorare le condizioni degli oceani e delle aree verdi del pianeta, contribuendo anche a definire le zone più colpite durante l’alluvione della città cinese di Yuyao.

Chi sta controllando il rientro della stazione spaziale?

Il rientro di Tiangong-1 è monitorato da numerosi enti, sia pubblici che privati sparsi in tutto il mondo. In Italia il Laboratorio di Dinamica del Volo Spaziale dell’Istituto ISTI del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), a Pisa, attivo in questo settore dal 1979, da molti mesi ormai analizza l’evoluzione orbitale della stazione spaziale ed elabora autonomamente previsioni di rientro distribuite a enti nazionali e internazionali.

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