venerdì, Marzo 29, 2024

Slobodanka Ciric porta il suo Cantico a Castel di Sangro

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La “Pinacoteca Patiniana” di Castel di Sangro ha ospitato l’artista Slobodanka Ciric per la presentazione della sua riscrittura del “Cantico dei Cantici”.

È stata la “Pinacoteca Patiniana” di Castel di Sangro, grazie alla sua appassionata responsabile Cinzia Mattamira, ad ospitare l’artista Slobodanka Ciric per la presentazione della sua riscrittura del “Cantico dei Cantici”.

Tant’è che, tra le opere dello straordinario artista Teofilo Patini nativo proprio dell’attivo comune abruzzese, a prendere corpo all’interno del secolare Palazzo De Petra è stato un incontro diviso tra la magia degli antichi versi biblici riscritti dall’autrice serbo-napoletana e il fascino di una pittura senza tempo.

Introdotto dalla stessa responsabile della pinacoteca Mattamira, speciale padrona di casa sempre attenta a diffondere e divulgare il valore dei quadri raccolti nell’importante sito artistico, la presentazione del libro della Ciric illustrato dalla digital artist Milas Maraniello ha registrato numerosi interventi.Slobodanka Ciric porta il suo Cantico a Castel di Sangro

Tra questi, quello del giornalista Giuseppe Giorgio, cui è andato il compito di moderare l’incontro, e ancora oltre a quelli della stessa autrice e della pittrice Maraniello, di Enia Acconcia, Assessore ai Beni artistici, alle Pari opportunità e alle Politiche per la famiglia del Comune di Castel di Sangro, del professore Walter Miraldidegli studenti delle classi IVB TUR, III TUR dell’I.I.S.S. Patini-Liberatore e della professoressa Giuliana Mannarelli.

La stessa che, analizzando in profondità i vari aspetti dell’opera della Ciric ha incantato i presenti con una discussione pronta a trasformarsi in una vera e propria Lectio Magistralis. Con le letture del libro ad opera dell’improvvisato duo Ciric- Miraldi coadiuvato dai giovani studenti presenti, l’incontro ha offerto l’opportunità di soffermarsi, grazie all’antica raccolta di versi rivisitati, su quell’amore inteso come sentimento universale capace di andare oltre l’aspetto carnale. 

Riscrivendo alla sua maniera un libro sicuramente collocabile tra i più originali e inaspettati della Bibbia, la Ciric si è inoltrata tra le parole di un canto d’amore purissimo dove le voci degli amanti si invertono e fondono tra loro. 

«La riscrittura del Cantico – ha spiegato l’autrice – rimane un canto d’Amore, per quanto possibile, aderente al testo di partenza. Rispecchia lo stato d’animo di una donna matura che, ormai sola, si trova ad essere alla ricerca di un amore stabile e vero, totalmente alieno al mondo odierno, traviato e travolto da dubbi e incertezze. La mia Sulammita, che nel testo chiamo Liberata (la traduzione del mio nome in italiano), raccoglie in sé reminiscenze di Lilith, di Eva, della Concubina di Levita, di Agar, di Dina, di Tamar, della Figlia di Jefte, di Susanna, di Miriam, di Donna Sapienza e di Donna Follia, della ninfa Siringa e della Dea Ecate e, attraverso il suo cercare l’Amore, vuole raccontare la Storia dell’umanità, confusa e smarrita nella spasmodica ricerca di un Dio da seguire e amare incondizionatamente». 

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