giovedì, Aprile 25, 2024

Samusà, Virginia Raffaele al Teatro Bellini tra emozioni e ricordi

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

“Samusà”, il nuovo spettacolo diretto da Federico Tiezzi, anche sul palcoscenico di un affollato Bellini, Virginia Raffaele ha conquistato il pubblico.

Tornando in teatro con “Samusà”, il nuovo spettacolo diretto da Federico Tiezzi, anche sul palcoscenico di un affollato Bellini, Virginia Raffaele ha conquistato il pubblico con i suoi reali ricordi d’infanzia tutti ambientati nel non più esistente LunEur di Roma.

Un vecchio luna park che nel poetico e introspettivo racconto dell’artista figlia di un giostraio, si trasforma in un luogo della memoria capace di fare ridere e commuovere allo stesso tempo. Trasferendo in platea una lunga serie di percezioni emotive, in poco più di un’ora e mezza la Raffaele ha lasciato nella mente degli spettatori il ricordo di una bella esperienza insieme alle tracce di un lavoro fatto di bravura fisica e artistica ma soprattutto di sogno e fantasia.

Scritto dalla stessa Virginia Raffaele con Giovanni Todescan, Francesco Freyrie, Daniele Prato e il regista Tiezzi, “Samusà” che nel gergo dei giostrai significa “fare silenzio” nel teatro di via Conte di Ruvo, ha portato la magia di un mondo che sembra appena uscito da un romanzo di Marcel Proust.

Un romanzo dal piglio moderno e passionale che, utilizzando come mezzo d’introspezione i sentimenti più intimi e profondi della propria vita, riece a porre la coscienza e la memoria al centro dell’attenzione. Con le scene fantasiose e indeterminate di Marco Rossi e i magnifici costumi di Giovanna Buzzi, lo spettacolo si trasforma in una fantasmagorica e variopinta carrellata di personaggi.

Tra questi, l’ubriacone al cospetto del Papa, la gente del sabato sera, la zingara “sono Giorgia, sono una madre”, una stralunata Patty Pravo modello “Avatar” che rinnega la scienza e parla di vaccini e ancora, un soprano che non ricorda le parole della Carmen, fino a giungere alla piccola nichilista Giorgia Maura e alla struggente Donata, l’ultra anziana signora allettata che parla con un telefono dal filo staccato e prende in giro un’immaginaria coetanea soprattutto grazie alla fantasia.

Con gli intermezzi e le interazioni di tre acrobati e giocolieri, lo show che offre ampio spazio al linguaggio del corpo, come nel caso di una Raffaele ballerina robotica, vira più d’una volta verso la commedia umana in equilibrio tra la comicità e il profondo dell’anima.

Ricco di energie, alla pari di quelle degli antichi e ardimentosi giostrai, “Samusà” delinea i tratti di un’esistenza fatta soprattutto di emozioni e anche nel finale, quando la mattatrice della scena tira in ballo Ornella Vanoni ed evoca le scomparse Monica Vitti e Carla Fracci, il tutto sembra assumere le forme di un universo con poco spazio per la solitudine e tanto amore per una vita animata dal divertimento interiore e dalla poesia.

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