sabato, Aprile 27, 2024

Pulitrici a ultrasuoni: come funzionano e a cosa servono

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La pulizia ad ultrasuoni permette di rimuovere sporco ed altre tracce di contaminazione da diverse superfici, anche quelle più irregolari, con fori, rientranze o fessure.

Le pulitrici ad ultrasuoni sono dei sofisticati macchinari che permettono di ottenere una profonda pulizia di elementi e componenti, che di fatto vengono riportati a nuovo. Il loro utilizzo a livello industriale è diffuso ormai da diversi decenni, ma trovano applicazione anche in altri ambiti.

La pulizia ad ultrasuoni permette di rimuovere sporco ed altre tracce di contaminazione da diverse superfici, anche quelle più irregolari, con fori, rientranze o fessure. Il vero protagonista è quel processo noto come cavitazione acustica: vediamo di che si tratta e come funzionano questi macchinari.

Come scegliere una pulitrice ad ultrasuoni

Esistono diversi tipi di pulitrici ad ultrasuoni, con dimensioni, potenza e capacità differenti. Sul sito di Rs Components, una delle realtà più importanti per quanto riguarda la fornitura di componenti elettroniche ed industriali, è disponibile un’ampia scelta di lavatrici ad ultrasuoni, macchinari di ultima generazione che differiscono tra loro soprattutto per frequenza, capacità e dimensioni.

In base alle proprie esigenze è possibile individuare il modello più adatto sfruttando i filtri di ricerca. Le lavatrici possono essere selezionate per marchio, potenza del riscaldatore e degli ultrasuoni, dimensioni, materiale, tipo di spina e capacità (si va dai 600 ml fino ai 36 litri). Possono anche essere ordinate in relazione al loro prezzo.

Gli elementi che bisogna assolutamente considerare prima di acquistare una pulitrice ad ultrasuoni sono: la dimensione della vasca, la frequenza ultrasonica (maggiore è la frequenza, più profonda sarà la pulizia delle superfici più complesse), la possibilità di gestire la temperatura, la presenza di supporti o cestelli per contenere gli oggetti e le modalità di utilizzo.

A cosa servono e come vengono impiegate

Le lavatrici ad ultrasuoni permettono di pulire in profondità diversi tipi di oggetti. Spesso sono utilizzati per la pulizia di elementi e componenti metallici, ma vengono impiegate anche per le lenti e le parti ottiche, per i gioielli e tanto altro.

In linea di massima si può dire che con questi macchinari è possibile pulire quasi tutti gli oggetti realizzati in materiali duri come il metallo, il vetro, la plastica, la ceramica o l’alluminio. Per questa ragione trovano applicazione in diversi ambienti industriali, lavorativi ed anche domestici.

La lavatrici ad ultrasuoni vengono utilizzate per la rimozione di un’ampia gamma di contaminanti. Tra questi ci sono la polvere, il grasso, la ruggine, l’olio, la cera, i pigmenti, i funghi ed i batteri, agenti fondenti e di distacco, escrezioni biologiche e altro ancora.

Va comunque aggiunto che, per quanto possa essere profondo il loro effetto, le pulitrici ad ultrasuoni non sterilizzano gli oggetti. Per questo motivo, nelle applicazioni mediche, la pulizia ad ultrasuoni viene seguita da una sterilizzazione.

Il funzionamento delle lavatrici a ultrasuoni

Come detto in precedenza, la pulizia ad ultrasuoni si basa sulla cavitazione acustica. Gli oggetti vengono immersi in una soluzione di acqua e solventi; la loro pulizia avviene tramite le bolle di cavitazione create da onde sonore di pressione ad alta frequenza che agitano il liquido.

Quando le onde sonore attraversano il liquido, la loro ampiezza cresce fino a creare delle cavità nell’acqua; queste, collassando, generano temperature elevate e una grande forza su un’area localizzata. Questo sistema permette di raggiungere anche le parti più difficili degli oggetti, rimuovendo ogni traccia di contaminazione presente sulla loro superficie.

Gli ultrasuoni che creano le onde di compressione nel liquido vengono generati da un trasduttore. La scelta della soluzione detergente svolge un ruolo fondamentale: tutto dipende dal materiale in cui è realizzato l’oggetto da pulire e dalla potenza della macchina.

Gli oggetti non devono poggiare sul fondo della lavatrice, altrimenti la parte che non è a contatto con il solvente non potrà essere pulita. Alcuni modelli di pulitrici vengono quindi forniti di una sorta di cestello o di un supporto di altro tipo per mantenere gli oggetti “sospesi” nella soluzioni.

Le soluzioni a base d’acqua infatti hanno minore capacità di rimuovere lo sporco più difficile rispetto alle soluzioni solventi: per ottenere una pulizia efficace la potenza delle macchina deve essere maggiore.

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