sabato, Aprile 27, 2024

“Rischio frane”, il Comune chiude i lidi di Posillipo (ma lascia aperte le spiagge libere)

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

I titolari degli 8 lidi di Posillipo, per i quali è scattato il divieto di balneazione dopo l’ordinanza del Comune di Napoli, sono sul piede di guerra: “Il rischio idrogeologico e di inondazioni vale solo per i lidi a pagamento? Noi restiamo aperti”.

A Napoli è questa in corso un’estate senza mare, o per lo meno con il mare a singhiozzi. Infatti dopo la vicenda dei divieti di balneazione su tutta la costiera partenopea, nella giornata del 9 agosto, come racconta Il Mattino, i vigili urbano hanno notificato tutti i lidi di Posillipo, un provvedimento di chiusura immediata per rischio di dissesto idrogeologico di frane e inondazioni. Il tutto in una giornata dove si sono registrati 40 gradi di temperatura percepita infatti la Protezione civile aveva diramato un’allerta meteo per le ondate di calore e non certo per frane e inondazioni.

“Qualsiasi siano le ragioni di questo provvedimento, il Comune, dopo il disastro divieti di balneazione, si sta rivelando inadeguato a gestire la città e la risorsa mare diventando il peggior nemico del turismo, dei cittadini e degli esercizi commerciali che in alcuni casi esistono in città da oltre 100 anni. Prima di avviare provvedimenti, che appaiono solo pezze burocratiche tese a deresponsabilizzazione chi amministra la città, avrebbero dovuto confrontarsi e verificare il tutto con chi opera e vive sul mare. Invece come con la Galleria Vittoria, c‘è stato soltanto improvvisazione e superficialità.”- le parole del Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

Intanto, come riporta ‘Repubblica’, gli 8 stabilimenti che hanno più la licenza di balneazione, scelgono di non chiudere. “Non stiamo disobbedendo alle regole – spiega Mario Morra, responsabile del Bagno Elena a Posillipo – Ma interpretiamo le disposizioni: siamo aperti come attività di ristorante e bar, la cui licenza non ci è stata ancora ritirata. Avvisiamo i nostri clienti e, se qualcuno vuole un lettino, glielo apriamo” . Morra ha già inviato la lettera di ricorso, lo seguono anche altri lidi: “Se ci chiudono del tutto – annuncia – dovrò licenziare i 25 lavoratori del mio stabilimento. Il turismo è una cosa seria, non ci sono parole per definire l’operato alla carlona di questa amministrazione comunale”.

Il rischio idrogeologico “R3” comprende tutta la fascia litoranea di Napoli ed è dal 2008 che si attende un piano di sicurezza per l’assetto idrogeologico. “Il Comune avrebbe dovuto stilarlo – riprende Morra – e non l’ha mai fatto. Ora, premesso che molti stabilimenti a rischio frana hanno già effettuato lavori di sicurezza privatamente, al Municipio si ricordano solo nella settimana di Ferragosto della messa in sicurezza dei costoni, quindi chiudono improvvisamente i lidi, con una città piena di turisti e con temperature costanti di 39 gradi”.

Va ricordato che non si sono registrate frane nelle ultime settimane, né c’è rischio inondazioni da libecciate improvvise. Senza dimenticare, si legge, che sempre il Comune era stato informato già il 9 luglio del rischio di tutta la zona, ma è intervenuto solo ora. Sebbene con una ordinanza che non tocca le spiagge libere di Posillipo. Incluso il lido delle Monache, con ingressi gratuiti gestiti dal Comune, che ieri ha accolto i suoi trecento bagnanti. “Quindi il rischio idrogeologico e di inondazioni – accusa Morra – vale soltanto per i lidi a pagamento? Ci sarà un’onda anomala che colpirà soltanto gli stabilimenti e non le rive libere contigue alle nostre? È veramente una vergogna”.

Turisti e cittadini allarmati, intanto, telefonano alle biglietterie delle spiagge, allarmati dal nuovo divieto: “Non so quante persone hanno disdetto già per la balneazione interdetta la settimana scorsa – afferma Anna Lisa Colucci del Lido Marechiaro – ora c’è il pericolo idrogeologico. Il turismo balneare ha perso decine di migliaia di euro, nell’estate che avrebbe dovuto favorire il nostro rilancio. Non chiuderemo, abbiamo bisogno di lavorare”.

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