mercoledì, Maggio 1, 2024

Nella Chiesa degli Artisti l’ultimo saluto a Salvatore Liguori

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Anche la primavera, ai funerali di Salvatore Liguori, si è fermata dinanzi al freddo che ha attraversato l’anima dei tanti presenti. Sconfitto dal gelo sceso nel cuore di quanti hanno gremito piazza Trieste e Trento, anche il sole è indietreggiato dinanzi al dolore collettivo per un lutto a cui nessuno può dare una spiegazione apparentemente logica.

Era mezzogiorno quando fuori la chiesa degli Artisti di San Ferdinando, affranti dalla scomparsa di un’anima buona del teatro napoletano volata via per sempre ad appena 37 anni, si sono raccolti tanti protagonisti di quello stesso mondo artistico e teatrale ora sofferente per la perdita di uno dei suoi giovani migliori.

Sui volti dei presenti, a essere evidente, è stato per tutti il lacerante dolore per la morte di un ragazzo da tre anni padre di un bambino meraviglioso e la commozione per un figlio, un amico, un uomo di teatro dedito alla formazione, quale direttore dell”Accademia Teatrale del Totò, nonché un valente fotografo che con estro e ingegno ha saputo racchiudere nelle sue immagini tutta l’essenza poetica e filosofica delle vicissitudini umane.

Strappato al successo della maturità da quel terribile male che usando solo l’ultima sillaba del suo subdolo nome, chiamava “mia”, Salvatore durante la sua breve vita, con il suo sorriso, ha saputo dimostrare la profondità di un animo nobile e buono. Così, durante la cerimonia funebre, tra le lacrime di una folla attonita e smarrita a trasparire è stata la consapevolezza del vuoto lasciato nel teatro Totò ed in tutto il teatro napoletano.

Quasi un brutto sogno, quello vissuto per l’ultimo saluto a Salvatore, un momento surreale dal quale tutti speravano di liberarsi ma che inesorabilmente ha avuto la sua conferma di realtà quando, adagiata dinanzi all’altare maggiore, la bara del giovane Salvatore coperta da una bandiera che lo ritraeva insieme al figlioletto, ha confermato la triste realtà.

Muto e immobile, colui che nella vita sapeva elargire gaiezza e benevolenza anche quando la consapevolezza dell’imminente fine aveva fatto breccia nel suo animo, ha fatto piangere tutti, e a versare lacrime per la sua morte, è stata una folla tra cui bastava allungare lo sguardo per scorgere personaggi dello spettacolo, della cultura e delle istituzioni. Per l’estremo saluto a Sasà, insieme al papà Gaetano Liguori, direttore artistico del Teatro Totò, alla mamma Maria Rosaria, alla moglie Flavia e al figlioletto Gaetano, c’erano, i parenti più stretti, i cugini e i volti tristi di chi Salvatore lo ha visto crescere in teatro e fuori come Enzo Liguori e Davide Ferri.

Ancora, tra i tanti personaggi dello spettacolo e del mondo teatrale affettivamente legati a Salvatore e alla famiglia del Teatro Totò, a giungere in chiesa sono stati, tra gli altri, Alessandro Siani, Francesco Scarano, Pino Oliva, Gianni Pinto, Francesco Somma, Gennaro Mellone, Giovanna Pignieri, Benedetto Casillo, Sasà Vanorio, Lucio e Claudia Mirra, Roberta Starace e Giuseppe Caccavale, Marianna Mercurio, Ciro Capano, Marco Lanzuise, Leonardo Ippolito, Massimo Masiello, Giulio Adinolfi, Maria Autiero, Roberto Criscuolo, Francesca Marini, Caterina De Santis, Ermanno Russo, Luciano Schifone, Natalia Cretella, Fulvio Pastore, Gino Rivieccio, Alfredo Balsamo, Raffaele Esposito, Rosario Verde, Annamaria Ackermann, Francesco Procopio, Nicola Le Donne, Enzo Nicolò, Ida Anastasio, Gigi Esposito, Bruno Lanza, Giacomo Rizzo, Adriano Pantaleo, Angelo Di Gennaro, Lello Pirone, Gigi Attrice, Carmine Leoncito, Sasà Sperindeo, Antonio Ottaiano, Rosa Miranda, Tommaso Bianco, Diego Sanchez, Gennaro Silvestro e tutti i ragazzi di quella stessa Accademia del Totò tanto caro al giovane scomparso. E quando al termine della funzione, la bara è avanzata tra una folla in lacrime, l’uscita di scena di Salvatore, proprio come quella di un grande artista alla fine del suo spettacolo, è stata accolta da un lungo e caloroso applauso.

Un battimano smorzato dalla desolazione e dal patimento che però non è riuscito a silenziare gli accelerati  battiti dei cuori dei tanti presenti scossi e afflitti per un giovane che, tuttavia, lascerà per sempre il suo segno nella memoria di chi fa è farà del teatro il motivo pregnante della propria esistenza.

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