C’è un titolo che vibra come un verso poetico, come un’intenzione profonda che trascende la semplice programmazione teatrale: “Nel cuore e nella testa”. È questo il motto della ventunesima stagione del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, presieduto da Luciano Cannito e guidato, nella direzione artistica, dall’intellettuale e regista Roberto Andò. Un titolo che promette di essere più di un cartellone: una dichiarazione di poetica, una carta dei sentimenti e delle idee che, da ottobre 2025, prenderanno corpo sui palcoscenici del Mercadante, del San Ferdinando e del Ridotto, con affondi scenici che toccheranno anche il Trianon Viviani, tra “escursioni” simboliche e progetti civili come Arrevuoto, I SUD e Eduardo punto e da capo.
Oltre quaranta titoli, tra produzioni, coproduzioni e ospitalità, disegneranno un mosaico teatrale dalle molte anime, in cui la grande drammaturgia si fonderà con le urgenze del presente e con il respiro della poesia. A incarnare lo spirito della stagione, è un omaggio alto e doveroso: quello a Enzo Moscato, genio tragico e barocco della scena napoletana. “La nuova Stagione – ha dichiarato Andò alla presentazione – omaggia il genio di Enzo Moscato, un poeta che sta a Napoli come Kavafis ad Alessandria. È sua la frase che abbiamo scelto”.
E proprio come le parole del grande drammaturgo partenopeo, la stagione si preannuncia come un viaggio nel tempo e nell’anima: tra novità drammaturgiche e classici rivisitati, tra firme internazionali e nuove voci italiane. Tra gli autori attesi, Tiago Rodrigues, Emma Dante, Milo Rau, Joseph Nadj, con nuovi testi firmati da Teresa Cremisi, Chiara Valerio, Lina Prosa, Cristina Comencini, Davide Enia, Giovanni Grasso, Ruggero Cappuccio, Harry Butler, Fabio Pisano e Fortunato Calvino. Un felice contrappunto con le grandi firme del repertorio: Scarpetta, Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, Manlio Santanelli, Giuseppe Patroni Griffi, Alan Bennett, Andrea Camilleri, Franco Scaldati.

Tra gli appuntamenti più attesi, spicca “Non ti pago!” di Eduardo, con Carolina Rosi e Salvo Ficarra, nella regia di Luca De Filippo: omaggio sentito e simbolico nel decennale della sua scomparsa.
Un caleidoscopio registico, che vedrà coinvolti nomi affermati come Livermore, Latella, Cirillo, Shammah, Gleijeses, Dini, Serao, Maccarinelli, Sollazzo, Maresco, Uzzo, Mazzara, in dialogo fertile con la nuova generazione rappresentata da Ferracchiati, Bauduin, Baracco, Baldi, Muscato, Scuderi, Paschitto, Nemolato, Grossi, Piana, Curci, Cutolo, Cristiano, Di Martino. L’estro performativo di Antonio Rezza e l’eleganza interpretativa di Sonia Bergamasco saranno altre gemme preziose nel tessuto di questa stagione.
La danza contemporanea troverà il suo spazio con due coreografi ormai consacrati sulla scena nazionale e internazionale: Luna Cenere e Adriano Bolognino, che con il loro linguaggio fisico ed evocativo completeranno l’osservatorio multidisciplinare che caratterizza il teatro pubblico napoletano.

Fondamentale resta l’impegno civile e pedagogico del Teatro di Napoli, attraverso il sostegno continuo alle attività della Scuola di Teatro diretta da Arturo Cirillo e della Scuola Elementare del Teatro animata da Davide Iodice: luoghi di formazione e visione, laboratori di umanità prima ancora che di professione.
Ad aprire simbolicamente il sipario sarà, il 22 ottobre al Mercadante, Distance di Tiago Rodrigues, direttore del Festival d’Avignon, in prima nazionale. Al San Ferdinando, il 6 novembre, prenderà il via la programmazione con Il Medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta, nella rilettura registica di Leo Muscato, con Gianfelice Imparato nel ruolo protagonista, nel centenario della scomparsa dell’indimenticato autore.
“È una stagione che invita alla condivisione: di storie, pensieri, idee, emozioni che toccano l’anima – ha dichiarato il presidente Cannito – saranno grandi attori e straordinari testi, italiani e internazionali, a guidarci in un viaggio appassionante attraverso la complessità del nostro tempo, con lo sguardo puntato sull’essere umano in tutte le sue sfumature. Un ringraziamento speciale va al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per il loro sostegno convinto e concreto”.
Un viaggio, dunque, tra memoria e visione, tra corpo e parola, nel cuore e nella testa: perché il teatro, quando è autentico, non si limita a rappresentare il mondo, ma lo reinventa.