giovedì, Marzo 28, 2024

Fatturazione elettronica, ecco quando serve scorporare la fattura

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Fatturazione elettronica: il sito “Fiscoetasse” ha realizzato un focus su cosa fare quando si compra sia per se stessi che per l’impresa.

Nel 2019 entrerà in vigore la fatturazione elettronica. Il sito “Fiscoetasse” ha dedicato la sua attenzione a un caso specifico: la scorporazione della fattura. Un potenziale problema infatti sorge nei casi in cui uno stesso soggetto agisca con lo stesso fornitore sia con partita IVA sia come consumatore finale.

È necessario comunicare al Sistema di Interscambio, il postino virtuale della fatturazione elettronica, l’indirizzo esatto di ricezione del file indicando o il Codice Destinatario o la PEC. Inoltre, deve essere indicata la Partita IVA del destinatario o il suo codice fiscale. In questa seconda ipotesi si metterà il codice 000000 nel campo “IdFiscaleIVA” e si compilerà nel tracciato XML solo il campo “Codice Fiscale”: in questo modo il SdI renderà il documento elettronico disponibile al cessionario/committente.

Se, invece, la stessa persona acquista dal medesimo fornitore sia in veste di privato che come impresa, in entrambi i casi il sistema collegherà in automatico il Codice Fiscale alla Partita IVA e produrrà una fattura elettronica nei confronti di quest’ultima. Non è possibile infatti distinguere se la destinazione finale del bene acquisito segua una finalità personale o imprenditoriale.Fatturazione elettronica, ecco quando serve scorporare la fattura Una soluzione potrebbe essere valorizzare un campo opzionale nel tracciato XML per rendere la fattura in questione più facilmente riconoscibile per l’acquirente, ma sarà in ogni caso necessario controllare che i costi non inerenti non vadano automaticamente a influire sul reddito d’impresa, sull’IVA e sulle ritenute alla fonte (nel caso di professionisti).

La stessa problematica può essere riscontrata anche tra gli enti non commerciali con partita IVA che svolgono sia attività commerciale che no profit. Per questi soggetti, anche se è possibile un utilizzo disgiunto di codice fiscale e partita IVA con due diversi indirizzi di recapito, il problema si riproporrebbe al momento della registrazione sul portale “Fatture e Corrispettivi”, consentita per un solo indirizzo: spetterà al professionista lo scorporo delle operazioni non inerenti all’attività commerciale.

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