giovedì, Dicembre 5, 2024

Facebook, scandalo Cambridge: Zuckerberg fa mea culpa davanti al Congresso Usa

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Facebook: il Ceo Mark Zuckerberg ha chiesto scusa al congresso americano per lo scandalo Cambridge Analityca.

Il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg si è presentato alle commissioni Commercio e Giustizia del Senato degli Stati Uniti per parlare dello scandalo Cambridge Analityca. Mister Facebook ha di nuovo ammesso le proprie responsabilità per quanto accaduto: “Stiamo svolgendo un’indagine interna e se scopriremo che ci sono applicazioni che non rispettano le nostre regole le sospenderemo dal servizio. Non abbiamo affrontato in modo sufficiente le nostre responsabilità ed è stato un grosso errore fidarsi della parola di Cambridge Analytica. È stato un mio errore e mi dispiace”. Zuckerberg ha dichiarato inoltre che “non basta connettere le persone e dar loro voce. Per sicurezza e verità diventeremo poliziotti del sistema attorno a noi”.

Una “taglia” anti-abusi

Intanto, in un post pubblico, il social network ha annunciato che offrirà una ricompensa, anche fino a 40 mila dollari, agli utenti che segnalano l’uso improprio dei dati da parte degli sviluppatori di app: il programma per evitare abusi si chiama “Data Abuse Bounty”.Facebook, scandalo Cambridge: Zuckerberg non andrà al Parlamento britannico C’è anche uno strumento accessibile a tutti per capire se si è stati colpiti dalla condivisione dei dati. Secondo il sito The Next Web, esiste un determinato link, oppure si trova digitando la parola “Cambridge” nella barra di ricerca del Centro assistenza di Facebook. Si accede così alla pagina “Come posso sapere se le mie informazioni sono state condivise con Cambridge Analytica?”. Se non si è stati spiati apparirà il messaggio: “In base alle nostre informazioni, tu e nessuno dei tuoi amici si sono registrati a This Is Your Digital Life”, cioè l’app ponte che ha fatto scoppiare lo scandalo sulla privacy.

“Facebook simbolo del sogno americano”

Il presidente della commissione Giudiziaria del Congresso Usa, Charles Grassley, che quello della commissione del Commercio, John Thune, dicono che forse è giunto il momento per porre regole sulla privacy ai colossi tech. “Si credeva che il settore potesse regolarsi da sé, ma adesso ci sono dubbi. Facebook è nato come un esempio del sogno americano, non trasformatelo in un incubo della privacy”, ha detto Zuckerberg, sottolineando come il social network blu (che sarà sempre gratuito) sia riuscito a raccogliere tanti fondi per le catastrofi (basti pensare ai 20 milioni di dollari per i danni dell’uragano Harvey).

 

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