venerdì, Aprile 19, 2024

Ultime notizie sulle pensioni: Sindacati divisi sulle proposte del Governo

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Pensioni novità. Ecco cosa prevede la proposta del Governo che sarà trasformata in emendamento alla manovra e che divide i sindacati.

Governo e sindacati si sono incontrati stamattina per trovare un accordo sulle pensioni. L’età di pensionamento salirà a 67 anni per tutti dal 2019 tranne che per 15 categorie di lavori gravosi che saranno esentate dall’aumento di 5 mesi sia per accedere alla pensione di vecchiaia che per quella anticipata che resteranno dunque rispettivamente a 66 anni e 7 mesi di età per la prima e a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne. Il governo ha gia’ identificato 11 attivita’ gravose, che sono: operai dell’industria estrattiva, edilizia e manutenzione edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti; insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido; facchini; personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti. A queste categorie, l’esecutivo ora ne aggiunge altre quattro: operai e braccianti agricoli, marittimi, addetti alla pesca, siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ad alte temperature. Il testo precisa che l’esenzione e’ condizionata allo svolgimento di attivita’ gravose da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento, nonche’, al fine degli effetti per il requisito anagrafico, al possesso di un’anzianita’ contributiva pari ad almeno 30 anni. E’ questo l’effetto maggiore delle modifiche che il governo ha messo nero su bianco in un documento vistato da Cisl e Uil contraria la Cgil. Vediamo gli altri punti in discussione.

ASPETTATIVE DI VITA: con effetto dallo scatto biennale del 2021 sulle pensioni sarà messa mano ad una revisione strutturale del meccanismo di calcolo dell’adeguamento alle aspettative di vita che avverrà ora sulla base della media della speranza di vita nel biennio di riferimento rispetto a quella del biennio precedente. Lo scatto di età però non potrà superare il limite massimo di 3 mesi per ciascun adeguamento, da riassorbire con l’adeguamento successivo nel caso si sia registrato un incremento superiore. Sarà assorbita nel biennio successivo invece l’eventuale riduzione della speranza di vita.

COMMISSIONI SCIENTIFICHE: sarà insediata e a breve una doppia commissione che dovrà concludere i lavori entro il 30 settembre 2018 sia per la rilevazione su base scientifica della gravosità delle occupazioni, sia per la separazione della previdenza dall’assistenza. I gruppi di lavoro saranno presieduti dall’Istat e composti da rappresentanti del ministero dell’Economia e delle finanze, del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del ministero della Salute, di Inps e Inail oltre che dai datori di lavoro e dai sindacati.

APE SOCIAL: è garantita l’ampliamento della platea alle nuove categorie di attività gravose e l’allargamento, fino a un massimo di un anno per ogni figlio entro il limite massimo di 2 anni, dei requisiti di accesso alle prestazioni per le lavoratrici con figli, al fine di avviare il processo di superamento delle disparità di genere e dare primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne. A questo associa, in vista di una possibile proroga, l’accantonamento in un apposito fondo dei risparmi di spesa, come eventualmente accertati per gli anni 2019 e seguenti.

DONNE. Il Governo si impegna ad allargare i requisiti per l’accesso all’Ape social delle donne, oltre quindi alla riduzione dei contributi necessari di sei mesi per ogni figlio fino a un massimo di due anni. Si punta cioe’ ad un “allargamento dei requisiti di accesso alle prestazioni per le lavoratrici con figli al fine di avviare il processo di superamento delle disparita’ di genere e dare primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e di maternita’ svolto dalle donne

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