giovedì, Marzo 28, 2024

Coronavirus, l’appello di ristoratori e pizzaiuoli a De Luca: “Autorizzare consegne a domicilio”

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Coronavirus a Napoli: ristoratori e pizzaiuoli fanno appello al governatore della Campania Vincenzo De Luca affinchè autorizzi le consegne a domicilio dopo il 13 aprile (scadenza dell’ultima ordinanza).

Titolari di ristoranti e pizzerie di Napoli uniti per chiedere al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di autorizzare dopo il 13 aprile (scadenza dell’ultima ordinanza) la riapertura (o almeno le consegne a domicilio), attraverso l’hashtag #iovoglioriaprire.

Un appello firmato da centinaia di operatori del settore sotto la sigla Fipe Confcommercio (con Massimo Di Porzio primo a chiamare a raccolta gli altri). Tra i primi a firmare, Gino Sorbillo: “Sono d’accordo con la linea dura assunta da De Luca – spiega a “Repubblica” il popolare pizzaiuolo- Ora, però, abbiamo bisogno di una mano, non possiamo mettere in ginocchio le nostre imprese centenarie.

A Tokyo il mio forno è rimasto sempre aperto, lo è anche ora. A Milano ieri ho consegnato 150 pizze. Chiediamo a De Luca di farci riaprire, ci adegueremo alle norme di sicurezza, con staff e menù ridotti, corrieri specializzati. Assieme a tutti gli altri, vogliamo riaccendere il fuoco a Napoli, la nostra città“.Coronavirus, l’appello di ristoratori e pizzaiuoli a De Luca: “Autorizzare consegne a domicilio” E come lui, fanno lo stesso appello anche Antica Pizzeria da Michele, 50 Kalò, Di Matteo, Pepe in grani (Caserta), Poppella, Casa Infante, Antica pizzeria Port’Alba, Carraturo, La Notizia, Mattozzi, Gorizia. Tutti hanno anche siglato un documento di Confcommercio.

#iovoglioriaprire, perché… sento la responsabilità e il peso delle famiglie dei miei collaboratori che aspettano un sostegno – hanno condiviso l’appello su Facebook –Voglio onorare i miei impegni con fornitori e contratti senza chiedere aiuti a nessuno.

Voglio poter scegliere la consegna a domicilio, come nel resto del mondo. Secondo il virologo Burioni i contenitori da asporto non sono pericolosi. Voglio lavorare, ho sempre lavorato e un uomo che non lavora è un uomo senza dignità”.Coronavirus, l’appello di ristoratori e pizzaiuoli a De Luca: “Autorizzare consegne a domicilio” Il destino di ristoranti e pizzerie è uno degli argomenti più dibattuti per la fase 2 (quella di convivenza con il Coronavirus): “Vogliamo riaprire anche se solo per consegne a domicilio – spiega Massimo Di Porzio, presidente Fipe Confcommercio provinciale – o con un protocollo di sicurezza, anche se dobbiamo mettere termometri all’ingresso dei locali e le mascherine al personale, anche se in cucina ci deve essere un solo cuoco.

Non possiamo più aspettare. Ci è stato tolto un diritto. Il provvedimento del governo consente le consegne a domicilio, perché noi della Campania non possiamo scegliere?”.

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