sabato, Novembre 9, 2024

Covid 19 a Napoli, de Magistris: “Verosimile il ritorno in zona rossa”

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Luigi de Magistris: il sindaco di Napoli è intervenuto a “Radio CRC” auspicando che le nuove possibili misure siano attivate “per un periodo limitato”. Sulla chiusura delle scuole: “Intervengano lo Stato e le Regioni”.

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è intervenuto a “Radio Crc” analizzando l’andamento dell’epidemia da Covid 19 a Napoli e in Campania. Il primo cittadino non esclude che possano arrivare provvedimenti ulteriormente restrittivi (da domenica 21 febbraio la Campania è zona arancione): “È chiaro -sottolinea- che i contagi stanno salendo ed è verosimile, se continuano a salire, che ritorneremo, mi auguro per un periodo limitato, in una zona rossa”.

Per quanto riguarda il tema delle scuole, il primo cittadino è netto: “Sulla chiusura delle scuole devono intervenire lo Stato o la Regione se si pone una questione di picco sanitario, di terza ondata -rimarca de Magistris- Se questo non è avvenuto, evidentemente è perché il Ministero della Salute e le Regioni interessate ritengono di non dovere intervenire e rimbalzano al territorio raccomandando di intervenire qualora ci siano situazioni particolari.Covid 19 a Napoli, de Magistris: “Verosimile il ritorno in zona rossa” Il Comune sta verificando, con un monitoraggio quotidiano, se si creano in città situazioni particolari che, nonostante il mancato intervento dello Stato e della Regione, richiedano misure mirate. Finora il monitoraggio non ha prodotto situazioni tali da dover intervenire nei confronti di una scuola”.

Non è mancata l’ennesima polemica con la Regione Campania a proposito dei dati sui contagi: “Continuiamo a non avere il monitoraggio sanitario dettagliato, ma ormai ci abbiamo rinunciato -attacca il sindaco- Dopo un anno dall’inizio dell’epidemia, non partecipiamo all’Unità di crisi, non abbiamo dati dettagliati sul territorio che dobbiamo acquisire in modo più artigianale e grazie alla collaborazione delle Università e delle comunità scolastiche.

Questo è un altro elemento che a distanza di un anno ci fa dire come schizofrenica, distonica e contraddittoria è stata la gestione della pandemia sanitaria tra Stato e Regioni”.

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