sabato, Luglio 27, 2024

Camorra, nella guerra tra clan anche una bomba contro don Patriciello: 13 arresti

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

La bomba è stata fatta esplodere davanti al cancello della Chiesa San Paolo Apostolo per intimidire il parroco del Parco Verde di Caivano per la sua azione contro i clan di camorra.

Puniti per essersi opposti al “sistema”, così viene anche definita la camorra, e, più in generale, al degrado del territorio dell’hinterland a nord di Napoli: si inquadrano nello scontro armato tra la famiglie malavitose gli atti intimidatori ai danni del comandante della polizia locale di Arzano, Biagio Chiariello (a cui venne fatto trovare un manifesto funebre con il suo nome fatto all’ingresso del comando) e a don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano a cui, a scopo intimidatorio, la notte tra il 12 e il 13 marzo 2022 venne fatta esplodere una bomba davanti al cancello della Chiesa San Paolo Apostolo.

Intimidazioni dettate dalla volontà da parte della malavita a Nord di Napoli di neutralizzare chi per la camorra rappresentava un nemico, menzionate insieme con stese e aggressioni dal gip di Napoli Antonino Santoro nell’ordinanza con la quale, su richiesta dalla DDA, ha emesso 13 misure cautelari nei confronti di altrettanti presunti esponenti della criminalità organizzata notificate dai carabinieri di Giugliano in Campania e Arzano.

Si tratta di fatti descritti anche dai collaboratori di giustizia, tra i quali figura anche Pasquale Cristiano, ex capo di un gruppo malavitoso locale.

La faida, in questione, tra la famiglia malavitosa capeggiata da Giuseppe Monfregolo e il gruppo criminale che Pasquale Cristiano gestiva insieme con Vincenzo Mormile, è stata innescata dall’omicidio di Salvatore Petrillo, nipote di Cristiano, vittima di un agguato il 24 novembre 2021, davanti al “Roxy Bar” di Arzano (Napoli), e deceduto in ospedale a Giugliano in Campania quattro giorni dopo, il 20 novembre 2021.

Pizzo da 20mila euro su appalto da 2,8 milioni al Cardarelli

Documentano anche una estorsione da 20mila euro su un appalto da quasi tre milioni di euro (2.849.218 euro) per realizzare un parco urbano artistico nell’ospedale Cardarelli di Napoli, i carabinieri di Giugliano in Campania e Caivano, che oggi, nell’ambito di un’ indagine coordinata dalla DDA di Napoli, hanno notificato nel Napoletano 13 misure cautelari (11 in carcere e 2 divieti di dimora in Campania).

Sull’affare, secondo quanto emerso, convergono gli interessi di diverse organizzazioni camorristiche: il clan Caiazzo-Cimmino del quartiere Vomero di Napoli e Sautto-Ciccarelli, di Caivano.

Si registrano inoltre le interlocuzioni tra i vari referenti delle famiglia malavitose, tra cui anche quello dei Moccia, e un dipendente di una nota ditta di servizi che opera anche nel più grande ospedale del Sud.

La prima tranche, 10mila euro, sarebbe stata suddivisa al 50% tra il clan Caiazzo-Cimmino e altre 8 persone). Venne versata dalla società nel corso di un incontro tenuto il 21 settembre 2017 nell’abitazione di uno degli indagati, dove furono convocati i rappresentanti della ditta che si era aggiudicata l’appalto, sottoposti a gravi minacce.

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