sabato, Novembre 9, 2024

Calcio Napoli, Juan Jesus: “Amareggiato, il razzismo resta una vergogna”

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

Tutta la delusione del difensore del Calcio Napoli Juan Jesus, dopo la decisione della giustizia sportiva di non infliggere alcuna sanzione a Francesco Acerbi.

“Ho letto più volte, con grande rammarico, la decisione con cui il Giudice Sportivo ha ritenuto che non ci sia la prova che io sia stato vittima di insulti razzisti: è una valutazione che, pur rispettandola, faccio fatica a capire e mi lascia una grande amarezza”. Dopo la decisione della giustizia sportiva di non infliggere alcuna sanzione a Francesco Acerbi, il calciatore del Calcio Napoli Juan Jesus non si capacita: è “avvilito”, non si sente “tutelato” e, soprattutto, non capisce come quelle parole possano essere derubricate a una semplice offesa.

Resta la “vergogna del razzismo che fatica a scomparire”, dice, e la “speranza che questa, per me, triste vicenda possa aiutare tutto il mondo del calcio a riflettere su un tema così grave ed urgente”.

Juan Jesus si è allenato ieri con i compagni sotto la pioggia forte di Castel Volturno, ma la testa resta sull’assoluzione del difensore dell’Inter. E dunque, dopo la dura nota del club, è lui stesso a mettere nero su bianco quello che pensa. “Sono sinceramente avvilito – spiega sul suo profilo Instagram e sul sito del Napoli – dall’esito di una vicenda grave che ho avuto l’unico torto di aver gestito ‘da signore’, evitando di interrompere un’importante partita. Pensavo ai disagi che avrebbe comportato agli spettatori, e confidando che il mio atteggiamento sarebbe stato rispettato e preso, forse, ad esempio. Probabilmente, dopo questa decisione, chi si troverà nella mia situazione agirà in modo ben diverso per tutelarsi e cercare di porre un freno alla vergogna del razzismo che, purtroppo, fatica a scomparire”.

Juan Jesus, che ha 32 anni e gioca in Italia dal 2012, afferma di non sentirsi “in alcun modo tutelato da questa decisione che si affanna tra il dover ammettere che ‘è stata raggiunta sicuramente la prova dell’offesa’ e il sostenere che non vi sarebbe la certezza del suo carattere discriminatorio che solo io e ‘in buona fede’ avrei percepito. Non capisco, davvero, in che modo la frase ‘vai via nero, sei solo un negro…’ possa essere certamente offensiva, ma non discriminatoria”. A questo riguardo Juan Jesus osserva che “lo stesso Acerbi si è sentito in dovere di scusarsi”, ma poi non si spiega “perché mai, solo il giorno dopo e in ritiro con la Nazionale, abbia iniziato una inversione di rotta sulla versione dei fatti e non abbia, invece, subito negato, appena finita la partita, quanto era in realtà avvenuto. Non mi aspettavo un finale di questo genere che temo potrebbe costituire un grave precedente per giustificare certi comportamenti”.

Situazione grave per tutto il club azzurro che ha ribadito il suo distacco dalle “iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni”, come affermato già. Ieri, alla presentazione della nuova maglietta del Napoli che sarà usata sabato nel match contro l’Atalanta, il club azzurro ha spiegato che non parteciperà all’iniziativa della Lega di serie A contro il razzismo: “Il Napoli – ha detto Tommaso Bianchini, responsabile marketing – ha già comunicato che qualsiasi iniziativa sarà fatta dalla società e non più per interposti enti e associazioni. Quindi all’iniziativa del prossimo turno di campionato in campo, la campagna ‘Keep racism out’ non parteciperemo. Andremo avanti da soli”. Una posizione netta, contro la decisione della giustizia sportiva, che è stata espressa stanotte anche dalla città con striscioni con la scritta “Ipocrita sistema… Acerbi è il tuo emblema”, esposti in diversi punti della città, da Piazza Plebiscito allo stadio Maradona.

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