Al Teatro Troisi arriva l’attore e regista Benedetto Casillo con la commedia cult di Samy Fayad “Il settimo si riposò”.
Continua senza sosta e sulle ali dell’entusiasmo la stagione artistica del Teatro Troisi, dove, dal 23 novembre alle ore 21.00 e fino a domenica 26 alle ore 18.00 (sabato 25 doppio spettacolo ore 17.30 e ore 21.00) arriva l’attore e regista Benedetto Casillo con la commedia cult di Samy Fayad “Il settimo si riposò”.
In cartellone nello spazio di via Leopardi gestito e diretto da Pino Oliva, il beniamino del pubblico napoletano sarà in scena insieme a Patrizia Capuano e Gennaro Morrone e tutta la sua nutrita compagnia.
“Il settimo si riposò” è praticamente un thriller comico. Sullo sfondo un grottesco rapporto di reciproca antipatia tra due dirimpettai di uno stesso condominio della nostra città di Napoli. Smargiassate, esibizionismi, gelosie, ripicche, tiri mancini. Uno dei due galletti non compare mai in scena ma è prepotentemente sempre presente nei pensieri del protagonista della nostra storia Antonio Orefice, sedentario e anonimo impiegato che la domenica la passa in pantofole aspettando l’ora di pranzo e la mitica trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto”.
Il classico sportivo da sofà. L’unico esercizio fisico che contempla ed esegue è la camminata dalla poltrona alla postazione cannocchiale con il quale osserva e scruta le avventure del suo odiato dirimpettaio. E cerca in ogni modo di rovinargli le continue feste e festicciole che il gaudente nemico si concede platealmente con comitive di amici allegri e chiassosi fino a notte inoltrata. Vendetta, tremenda vendetta. La domenica mattina è la giornata della rivalsa per il nostro Orefice. Ma a volte anche il destino sembra accanirsi contro i poveri cristi come lui.
E questa domenica per don Antonio diventerà proprio una domenica decisamente bestiale. La radio annuncia che un pericoloso bandito è evaso da un carcere del Nord ed è stato avvistato dirigersi verso Sud. Tutta la popolazione è avvisata di stare in allerta. Il bandito è armato e potrebbe ritrovarsi in una qualsiasi parte d’Italia. Solo questo ci mancherebbe: che il gangster si intrufolasse in casa Orefice! Passa l’angelo e dice Amen. Il malvivente irrompe giusto in casa dello sconfortato impiegatuccio.
Lui e tutta la sua famiglia restano in ostaggio del criminale che decide di nascondersi a Napoli per, poi, imbarcarsi per la Tunisia. La casa di Antonio si affolla a mano a mano di pittoreschi personaggi, per un turbinio di incontrollabili pirotecniche situazioni fino all’epilogo più fantozziano possibile per lo scalcinato protagonista.