A Sorrento grande successo per il drammaturgico “Innesti”, uno dei 12 percorsi teatrali di breve durata, inserite nel programma di “Racconti per ricominciare”.
Emozioni ed applausi a Sorrento, all’ombra della storica Villa Fiorentino al Corso Italia, per il progetto drammaturgico “Innesti”, uno dei 12 percorsi teatrali di breve durata, divisi tra le 10 suggestive location della Regione Campania, inserite nel programma di “Racconti per ricominciare”.
Nata da un’idea di Vesuvioteatro.org, con il coordinamento artistico di Giulio Baffi e Claudio Di Palma, la manifestazione che si è appena conclusa, ha avuto l’obiettivo di far tornare a vivere il teatro in sicurezza nel segno dell’amore per lo spettacolo e della creatività.
E proprio nel giardino della splendida dimora sorrentina, a prendere vita sono stati i racconti uniti sotto il titolo “Innesti” con Antimo Casertano alle prese con “Girasole” di Marcello Anselmo; Marco Palmieri con “Capitan Uncino” di Fabio Pisano; Giorgio Pinto con “Il confidente” di Marcello Anselmo; Ingrid Sansone con “Maria Addolorata” di Benedetta Palmieri e Gabriele Saurio con “Non ti scordar di me” da lui stesso scritto.
Per il pubblico un’avvincente e trascnante cinquina di deliziosi e introspettivi monologhi che, a partire dall’introspettivo e struggente “Capitan Uncino”, proposto in maniera psicologicamente avvincente dal sorrentino doc, Marco Palmieri, (attivissimo sulla penisola sorrentina per la ripresa degli spettacoli post Covid e anello di congiunzione tra l’organizzazione e la struttura ospitante) hanno portato tra il pubblico le più svariate sensazioni procurate dall’animo umano e dai turbamenti di una società ottusa e crudele.
Emozioni profonde, quindi, per il martire di una realtà corrotta e crudele impersonato dal bravo attore Palmieri, così come per lo stravagante coltivatore di “Non ti scordar di me” proposto da Saurio; per il personaggio spaccato tra corpo, anima e sessualità, chiamato “Girasole” presentato da Casertano; per l’intrigante e dolente collaboratore di giustizia impersonato da Giorgio Pinto, protagonista della drammaturgia “Il Confidente”; fino a giungere all’irresistibile e controversa “Maria Addolorata” che con un’ attrice di razza come Ingrid Sansone, ha condotto gli spettatori in una dimensione in bilico tra il dramma, il comico e il surreale.
Per tutti a prendere corpo a Villa Fiorentino, punta di diamante tra le location della bella rassegna, è stato un palazzo mentale in cui rifugiarsi e riflettere posto a baluardo di una realtà fatta di violenze, soprusi e ipocrisie. O meglio, un processo della memoria nel segno di una civiltà che non può fare a meno di pensare ad un salvifico cambiamento per provare a liberare tutti dall’incombenza di un pauroso e inesorabile abisso.