venerdì, Aprile 19, 2024

Al Teatro San Carlo il Requiem di Mozart diretto da José Luis Basso

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Ci sarà anche la prova aperta per gli studenti alle ore 18.00 di mercoledì 27 ottobre, al Teatro San Carlo prima della serata “ufficiale” delle ore 21.00, con il Requiem di Mozart diretto da José Luis Basso.

Dopo i recenti clamori di una memorabile e “contaminata” Boheme ad opera di Emma Dante, il Teatro San Carlo torna di nuovo ad animare il suo prezioso palcoscenico con il celeberrimo Requiem K626 di Wolfgang Amadeus Mozart.

Infatti, mercoledì 27 ottobre alle ore 21.00 la musica di Wolfgang Amadeus Mozart sarà la protagonista assoluta del concerto diretto dal Maestro José Luis Basso con l’Orchestra e Coro del Lirico di Napoli e con i solisti Selene Zanetti (soprano) Marianna Pizzolato (mezzosoprano) Antonio Poli (tenore) Mirco Palazzi (basso). 

Come già precedentemente accennato, sempre mercoledì 27 ottobre alle ore 18.00 sarà aperta agli studenti di conservatori e di atenei, la prova d’assieme del Requiem alla tariffa ridotta di 10 euro. La storia controversa e “misteriosa” del Requiem, l’ultimo lavoro del compositore salisburghese, è ormai ben nota, infatti fu commissionato a Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) dal conte Walsegg in forma anonima poichè il nobile viennese voleva presentare come proprio questo lavoro in omaggio alla moglie appena defunta.

Rimasto incompiuto per la morte del compositore avvenuta il 5 dicembre del 1791, il Requiem fu completato dall’allievo Franz Xaver Süssmayr che probabilmente aveva potuto raccogliere alcune idee e appunti del maestro. Nel film storico di Milos Forman, la versione diventa molto romanzata e del tutto inattendibile, tuttavia il regista cecoslovacco riuscì a stuzzicare la curiosità anche in coloro che non conoscevamo la storia del Requiem, travisandola senza dubbio, ma rendendo immortale l’ultima scena del film, dove uno spietato Salieri cercava di carpire i segreti ad un Mozart ormai in fin di vita.

Ma tutti sappiamo che la storia ha avuto uno sviluppo completamente diverso e le provocazioni di Forman sono state semplicemente un pretesto per raccontare, in forma molto romanzata, la vita difficile e sublime allo stesso tempo, di un genio della musica di tutti i tempi. Da alcune note di sale del concerto citato emerge che questo straordinario Requiem rimase incompiuto a due terzi della stesura del testo, fermandosi al numero 8 (su 14), il meraviglioso Lacrimosa Dies Illa. Tuttavia i materiali autografi offerti dall’ispirazione mozartiana sono già sufficienti per far definire l’opera uno dei capolavori assoluti della musica sacra del Settecento. Si pensi alle varie sezioni del Dies Irae, la sequenza che costituisce il cuore di un Requiem. Il Tuba mirum – che descrive la tromba del giudizio e che Mozart affida al solo del trombone – oppure il Confutatis maledictis sono momenti di eccezionale coinvolgimento emotivo, In tutta la messa si alternano il più rigoroso contrappunto, che Mozart aveva assimilato dai grandi capolavori sacri italiani e da Händel, con atmosfere sonore rarefatte e di intensa concentrazione. 

La fine di Mozart mentre componeva la sua ultima opera sacra nel dicembre 1791 era stata anticipata da un evento in tutto analogo, che aveva a sua volta creato un altro potente mito settecentesco: la morte nel 1736 del giovanissimo Giovanni Battista Pergolesi, a soli 26 anni, nel monastero di Pozzuoli subito dopo aver completato la sua ultima composizione, lo Stabat Mater. In entrambi i casi il mito della morte giovane accrebbe la popolarità della loro ultima composizione, un mito che perfino le immagini pittoriche trasformarono in una potente visione romantica, che è giunta fino a noi. 

Come possiamo leggere da queste ultime “note di sala” la storia di questo Requiem è ricca di aneddoti, di nuovi risvolti e di molti punti ancora da chiarire, ma di una cosa siamo certi, l’universalità della musica è ineccepibile, e tutte le volte che si ascoltano le note di questo capolavoro mozartiano, restiamo sempre rapiti dall’intensità misurata dei suoni e dalla sua enorme forza emotiva che trasmette.    

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