giovedì, Aprile 25, 2024

Al Maschio Angioino Mario Todaro e il suo omaggio a Carosone

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Circa cento anni dopo quel 3 gennaio del 1920, quando in vico dei Tornieri alla Marina, a pochi passi dalla storica Piazza Mercato, vide la luce il genio musicale di Renato Carosone, sarà il cantante Mario Todaro a celebrarne il mito il 23 settembre alle 20.30 al Maschio Angioino in seno alla manifestazione “Estate a Napoli 2020”.

Il noto artista di piano bar, Todaro, nel cortile del celebre castello, proporrà al pubblico napoletano e ai turisti del resto d’Italia, un suo passionale omaggio all’americano di Napoli. Per i presenti tante canzoni carosoniane che sull’onda del sogno americano e sulla scia della tradizione, porteranno nuovamente alla ribalta quella nuova musica napoletana, che fece di Renato Carosone, nel secondo dopoguerra, un mito in grado di unire prodigiosamente insieme i ritmi della tarantella con le melodie africane e americane.Al Maschio Angioino Mario Todaro e il suo omaggio a Carosone

Ricordando il Carosone che lavorò da jazzista in un club inglese, e poi in Italia dove in occasione dell’inaugurazione dello “Shaker”, si unì a Peter Van Wood e Gegè di Giacomo, Todaro, con gli interventi canori e la collaborazione di Ciro Giorgio, proporrà quei brani immortali che a partire dal successo del 1955 con “Maruzzella” videro Carosone divenire l’emblema della canzone napoletana del Novecento.

Con “Pigliate ‘na pastiglia”, “Caravan Petrol”, “Tu vuò fa l’americano”, “’O Sarracino” e “Torero” l’omaggio a Carosone con Mario Todaro e la partecipazione di tanti artisti accompagnati dall’orchestra diretta da Claudio Esposito, si trasformerà in un devoto omaggio per un maestro senza tempo.

Uno spettacolo dalle grandi prerogative per ricordare un pianista, cantante e compositore che, rivoluzionando negli anni Cinquanta la musica napoletana e italiana con un mix di stili, generi, divertimento e citazioni, riuscì, pur facendo l’“americano”, a rimanere inequivocabilmente napoletano.  

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