martedì, Aprile 30, 2024

Un ricordo di Sergio Bruni: “la voce di Napoli”

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Uno degli ultimi protagonisti della canzone classica napoletana. L’artista venne a mancare a Roma il 22 giugno 2003, all’età di 82 anni.

Tre mesi dopo la scomparsa di Roberto Murolo, un altro grande della canzone classica napoletana ci  lasciò per sempre, un nome legato a una delle più belle e antiche tradizioni partenopee della Napoli di un tempo: Sergio Bruni.

E non aveva tutti i torti visto il nauseante degrado generale spaziare indisturbato, per il mondo dello spettacolo e della televisione, quella televisione definita spazzatura.

Il suo vero nome era Guglielmo Chianese, nato a Villaricca, un paesino a pochi chilometri da Napoli, il 15 settembre 1921 da una famiglia molto povera, che non gli potette assicurare una degna e duratura educazione scolastica. Ma come le favole di un tempo, Bruni imparò a suonare il clarinetto, sopravvisse alla terribile II° Guerra mondiale e ad una ferita alla gamba, durante i suoi trascorsi partigiani.Un ricordo di Sergio Bruni: "la voce di Napoli"Da solo cominciò poi a suonare e soprattutto a cantare con quella voce che da lì a poco sarebbe divenuta una delle più belle ed acclamate voci partenopee, debuttando nel 1944 al Teatro Reale di Napoli.

In questo modo è cominciata la carriera di questo grande artista, che ha fatto grande e ancor più popolare la Canzone Classica Napoletana, attraverso le più famose rappresentazioni canore partenopee, come la notissima Piedigrotta, dove nel 1949 fu presente con il suo primo disco edito dalla mitica casa discografica “La Voce del Padrone”.

Questa gli permise di incidere numerosi dischi tra cui una celebre “Antologia della canzone napoletana” in volumi, a fianco di altrettanti famosi interpreti. Vinse due volte il Festival della Canzone Napoletana, nel 1962 con Marechiaro Marechiaro e nel 1966 con Bella. Infine approdò anche a Sanremo con Il mare, una deliziosa canzone dal motivo semplice ed orecchiabile.

Il suo modo di cantare era decisamente unico ed inimitabile, poiché la cura del repertorio unita ad una voce dai caratteri nobili e inconfondibili, ci ha lasciato indimenticabili interpretazioni di capolavori, che Bruni nel rivisitare ha reso eterni ed indissolubilmente raffinati. Chi non ricorda la celebre Fenesta Vascia, l’intensa Nuttata ‘e sentimento, la divertente Rumba degli scugnizzi ma soprattutto l’immortale Carmela, considerato ormai, un grande classico della canzone napoletana, un vero inno alla Napoli di un tempo, alla Napoli forse scomparsa …into a ‘nu vico niro ch’ne nu’n fernesce mai. 

E’ la citazione è d’obbligo per coloro che avrebbero potuto scambiarla per l’altrettanto deliziosa Carmela di G.B. De Curtis. Voglio inoltre ricordare altre due indimenticabili interpretazioni di Sergio Bruni, Luna nova di Salvatore Di Giacomo, e Te voglio bene assaie, che a detta di tutti resta la sua migliore interpretazione.

Sergio Bruni lo ritroviamo anche sul set del film “Che cosa è successo fra mio padre e tua madre ?” di Billy Wilder, girato ad Ischia ed interpretato da  Jack Lemmon e Juliet Mills, ai quali dedica una sua bella interpretazione.

Inoltre lo stesso Eduardo, il grande Eduardo, nel consacrarlo quale migliore voce di Napoli, anzi “La voce di Napoli” gli dedicò questa celeberrima poesia: ‘A ggente sa che dice? / Ca tu si ‘a voc’’e papule. / E sa che dice pure? / Ca Napule songh’ io. / Si tu si ‘a voc’’e Napule, e Napule songh’io; / chesto che vven’ ‘a ddicere? / Ca tu si ‘a vocia mia!  Due grandi pilastri della Napoli artistica e culturale, che ancora oggi tutto il mondo ci invidia. 

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