giovedì, Maggio 9, 2024

Umberto Orsini in scena al Teatro Mercadante Le memorie di Ivan Karamazov

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Gabriella Monaco
Gabriella Monacohttp://www.2anews.it
Redattrice laureata in 'Lettere Moderne'. Appassionata di Scrittura, Arte, Viaggi e Serie tv."

Umberto Orsini in scena al Teatro Mercadante con il monologo dal titolo Le memorie di Ivan Karamazov. 

Fa tappa a Napoli – dal 30 aprile al 5 maggio al Teatro Mercadante – l’acclamato monologo che vede protagonista uno dei massimi volti della scena italiana, tra teatro, cinema e televisione, qual è Umberto Orsini.

L’attore novarese è impegnato da due Stagioni sui maggiori palcoscenici italiani, applaudito interprete del monologo scritto a quattro mani con il regista Luca Micheletti, dal titolo Le memorie di Ivan Karamazov, il personaggio secondogenito dei tre fratelli al centro del romanzo del 1879 di Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov.

Nell’intenso monologo Umberto Orsini si confronta con la complessità di Ivan Karamazov, libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e spinge all’omicidio, forse consapevolmente, l’assassino del padre. Colpevole e innocente insieme, Ivan torna a parlare, come una creatura smarrita che sente di non aver esaurito il proprio compito, e cerca di chiarire un’ultima volta le esatte dinamiche dei delitti e dei castighi, in un vero e proprio thriller psicologico e morale.

Un percorso all’interno dell’ultimo e forse più grande romanzo di Fjodor Dostoevskij, che l’attore affronta per la terza volta nella sua carriera d’attore come una vera e propria linea guida e “cavallo di battaglia”, dopo il fortunato sceneggiato televisivo di Bolchi e La leggenda del grande inquisitore.

Qui, nella ricchezza di un linguaggio penetrante e quanto mai immediato, e nell’avvicendarsi degli stati psicologici di un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista di un inedito viaggio nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (dalla morte del padre all’esasperato vitalismo all’incontro con il diavolo…) precipitando Ivan Karamazov nel suo personale “sottosuolo” dal quale egli compone delle allucinate eppure lucidissime memorie, quarant’anni dopo le vicende del romanzo di Dostoevskij.

L’attore, accompagnato da una musica in stringente e fervido dialogo emotivo con le parole che egli pronuncia, dà luogo ad una straziata e commovente confessione a tu per tu con se stesso e con i propri fantasmi, a metà tra la finzione letteraria e il “pirandelliano” dissidio con un personaggio in cui ritrova le espressioni più oscure del proprio “io”.

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