giovedì, Marzo 28, 2024

Caos inchiesta su Consip: ecco le ultime novità

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Vertice a piazzale Clodio tra i magistrati titolari del fascicolo su Consip per esaminare le accuse ai carabinieri del procuratore di Modena Lucia Musti.

l trasferimento a Modena del fascicolo Cpl Concordia e, soprattutto, i conflitti sorti all’interno della procura di Napoli sulla conduzione delle indagini Consip (e non solo) da parte del pm Henry John Woodcock: sono i temi sui quali, per quasi cinque ore, i magistrati della prima commissione del Csm – dove e’ aperta una pratica per il trasferimento d’ufficio di Woodcock – hanno ascoltato i due procuratori aggiunti napoletani Alfonso D’Avino e Giuseppe Borrelli. consipSul contenuto nulla e’ trapelato, se non che le audizioni hanno fornito “elementi di utilita’ per il prosieguo dei lavori”, pur essendo state “meno rilevanti” di quelle svolte finora. A cominciare dall’audizione del procuratore di Modena Lucia Musti, che ha riferito le frasi dei due carabinieri “esagitati” – il Capitano Ultimo, cioe’ il colonnello Sergio De Caprio, e il maggiore Gianpaolo Scafarto – che secondo parte della politica avrebbero ordito un piano anti-Renzi. Le dichiarazioni della Musti e quelle degli altri magistrati ascoltati sono finite sui giornali e su questa ennesima fuga di notizie la procura di Roma, che oggi ha cominciato il vaglio delle carte ricevute dal Csm, ha deciso di aprire due fascicoli processuali. Il reato ipotizzato dal procuratore Pignatone, per il momento contro ignoti, e’ quello di rivelazione del segreto d’ufficio. Tra i prossimi atti ci sara’ probabilmente l’audizione del procuratore Musti, che ha detto di essere “a disposizione” e che oggi ha precisato che non tutto quello che e’ stato scritto sui giornali corrisponde a quello che lei ha detto. “Rilevo – ha infatti affermato all’Ansa – che mi vengono attribuite alcune affermazioni, anche virgolettate, che io non ho fatto ovvero che, per come riportate, non rendono in modo fedele quanto da me riferito al Csm in audizione non pubblica, conseguente a convocazione”. consipQuali frasi, pero’, la Musti non lo ha detto. Tornando all’audizione di stasera, i consiglieri del Csm hanno cercato di capire la ragione per cui le indagini su Consip sono rimaste in capo alla Dda, di cui Woodcock fa parte, anche quando era evidente che la camorra non c’entrava. Su questi aspetti a lungo e’ stato sentito il procuratore aggiunto D’Avino che, in qualita’ di coordinatore del pool dei magistrati che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione, avrebbe spiegato – documenti alla mano – di esseri ripetutamente opposto a che le indagini venissero portate avanti dalla Dda, rivendicandone inutilmente la competenza. Della vicenda Consip potrebbe presto occuparsi anche la procura militare di Roma. L’ufficio guidato da Marco De Paolis, il ‘cacciatore di nazisti’, al momento sta monitorando le fonti aperte, in sostanza le notizie dei giornali, per capire se a carico dei due militari coinvolti possano ipotizzarsi reati militari, soprattutto con riferimento alle dichiarazioni fatte. Al momento, pero’, nessun fascicolo e’ stato aperto. Sull’uso politico ed ‘eversivo’ dell’inchiesta Consip in chiave anti-Renzi, intanto, la politica continua a litigare. Lega e M5s attaccano. consip“Quando Renzi e’ toccato e’ un golpe, quando toccano gli altri hanno ragione i magistrati e io non cambio idea ogni quarto d’ora. Quindi no, fortunatamente e’ pieno di giudici e magistrati che fanno bene il loro lavoro e rischiano la vita”, dice Matteo Salvini, che esclude l’ipotesi dell’attentato da parte di pezzi dello Stato. Per il Movimento 5 stelle “Renzi e i suoi sodali la devono smettere di attaccare i giudici come fa Berlusconi. Non c’e’ nessun complotto contro la sua famiglia. Noi ravvisiamo solo la volonta’ di confondere le acque e di infangare il lavoro dei giudici e delle forze dell’ordine che indagano sul padre dell’ex premier, Tiziano Renzi e sul ministro Luca Lotti. Qui l’unico complotto e comportamento eversivo e’ da parte dei membri del governo e del segretario del Pd”. “Noi aspettiamo la verita’ senza gridare. Chiediamo la verita’. Solo quella. Ma la vogliamo a tutti i costi”: questa la replica di Renzi, che con un post su Facebook e Twitter ribadisce di non aver “mai pronunciato parole quali golpe o complotto. Ho sempre detto una cosa diversa: pieno rispetto delle istituzioni, sempre”. Ma ci sono “delle ‘coincidenze’ strane in questa storia. Tocchera’ ai magistrati fare chiarezza”, aggiunge il segretario del Pd, che parla di “torbida vicenda” su cui qualcuno “ha cercato di lucrare”. Renzi invita anche a non fare di tutta l’erba un fascio perche’ “per colpa di un carabiniere che falsifica un atto non si puo’ attaccare l’Arma dei Carabinieri che e’ un pilastro insostituibile della nostra comunita’. Dunque: nessuna polemica strumentale”

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