venerdì, Marzo 29, 2024

Scienziati italiani scoprono una molecola contro il DNA malato

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Svolta per la ricerca sull’editing genomico. Al Cibio dell’Università di Trento si è trovato il modo di renderlo un’arma di precisione  che spara un solo proiettile e uccide il Dna malato.

Una scoperta tutta italiana dei ricercatori dell’Università di Cibio di Trento: evoCas9 la versione evoluta del sistema Crispr/Cas9, la tecnica in grado di modificare il Dna messa a punto in Usa, dalla Berkeley University of California e dal Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston. Secondo i ricercatori dello studio, pubblicato su Nature Biotechnology, ciò renderà il genome editing utilizzabile per la correzione delle alterazioni presenti nel genoma delle cellule, come malattie genetiche e tumori.

Scienziati italiani scoprono una molecola contro il DNA malatoQuesto renderà il genome editing utilizzabile per la correzione delle alterazioni presenti, ad esempio in malattie genetiche e nei tumori. “Abbiamo messo a punto un metodo sperimentale di screening attraverso il quale otteniamo una molecola, che chiamiamo evoCas9, davvero precisa nel cambiare il Dna. È un enzima di affidabilità assoluta, che effettua il cambiamento soltanto nel punto stabilito”, commenta Anna Cereseto, professoressa del Cibio e autrice dell’articolo che descrive lo studio su “Nature Biotechnology”. Gli ambiti di applicazione del “correttore perfetto” evoCas9 non si limitano alle malattie genetiche e ai tumori, ma si estendono ad altri settori in cui il genome editing è ormai essenziale: il miglioramento delle piante di interesse alimentare e degli animali da allevamento.

Cas9 nasce nei batteri, dove la sua imprecisione è un vantaggio perché funziona come una sorta di sistema immunitario contro i Dna estranei che, tagliando qua e là, inattiva meglio il nemico. L’ intuizione è stata di fare evolvere Cas9 in cellule non batteriche, i lieviti, che sebbene semplici sono molto più vicine a quelle umane.

Scienziati italiani scoprono una molecola contro il DNA malatoQuello che i ricercatori hanno fatto per arrivare a evoCas9 è stato creare più versioni della stessa proteina e vedere se tra queste ci fosse quella caratterizzata da una precisione impeccabile nel colpire una sequenza specifica di Dna. Dopo aver ottenuto la proteina, i ricercatori hanno direzionato la loro attenzione sulle cellule umane, poiché una delle promesse della tecnica Crispr/Cas9 è proprio quella di fornire un approccio terapeutico innovativo, finora dibattuto, non soltanto per l’aspetto bioetico, ma anche per i problemi riscontrati nella sua propensione a commettere errori sistematici di selezione di sequenze genetiche non desiderate: “Abbiamo poi condotto degli esperimenti con evoCas9 anche su cellule umane e, per verificare la sua efficacia su questo sistema cellulare, ci siamo serviti di tecniche di sequenziamento genome wide. La nostra proteina – continua la ricercatrice – differisce dall’originale per soli quattro amminoacidi e forse quello che ci ha portato a questa invenzione è stato proprio il criterio di selezione che abbiamo utilizzato: in Usa hanno creato diverse varianti di Cas9 ma la selezione è stata fatta al computer. Noi invece l’abbiamo ottenuta facendola evolvere in vivo”.

Il team trentino si aggiunge alla estesissima lista per ottenere il brevetto sul sistema di genome editing, o meglio sull’invezione made in Italy che aggiungerebbe una marcia in più a questa tecnologia biotecnologica.

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