Renzi, oggi a Napoli, ha parlato all’Unione Industriali di Napoli: “Quello che pensano dell’economia e’ quasi peggio di cio’ che pensano del Mezzogiorno”.
“Chi vota a destra non vota Berlusconi stavolta, vota Salvini. Oggi il Pd è l’unica forza politica che contrasta l’estremismo grillino (che ha definito come “Un movimento di ex onesti“) e anche quello in camicia verde”. Così il segretario del Pd Matteo Renzi si e’ rivolto alla platea degli industriali partenopei nel corso del primo degli appuntamenti previsti oggi in città. “Noi sappiamo cosa pensano del Sud – aggiunge – e peggio dei cori contro Napoli non ce n’e’. Anche se forse quel che pensano in economia e’ quasi peggio. Quando uno parla di dazi e protezionismo davanti a potenzialità delle nostre aziende. La nostra posizione è semplice: stare dentro l’Europa da protagonisti investendo sul Sud senza libri dei sogni, ma concretizzando tutto quello che è stato fatto in questi anni”.
Sulla vicenda Ema, Renzi sottolinea che “siamo vicini al sindaco di Milano nella richiesta di un ricorso”. “Questa cosa dell’Ema non è che non mi va giù perché abbiamo perso al sorteggio ma il metodo scelto, spero sia una fake news le procedure di questo sorteggio”, ha sottolineato. “Il Pd e’ accanto al sindaco di Milano perché non e’ possibile che non si trovino le schede con cui si è votato – ha aggiunto – mi è successo alle primarie e Napoli con Bersani ma non può succedere al Consiglio europeo”.
“Se la flat tax è credere a Babbo Natale, il reddito di cittadinanza è credere alla Befana”. Ha attaccato il segretario del Pd. “Il reddito di cittadinanza – ha aggiunto Renzi – e’ un messaggio diseducativo di una certa cultura assistenzialista che dice: tu non lavorare, io ti do i soldi per stare a casa con due figli. Mi contestano il Jobs Act, ma quelli erano incentivi per chi assumeva. Il reddito di cittadinanza è un incentivo per chi si vuole licenziare”.
Renzi era arrivato ieri notte a Napoli, postando su Facebook questo messaggio: “Arrivo a Napoli in albergo a mezzanotte, mezzo addormentato dopo una giornata intensa Roma-Bari, Bari-Bitonto, Bitonto-Matera, Matera-Napoli. Mentre prendo le chiavi della camera si avvicinano i ragazzi di un istituto tecnico di Brescia insieme ad alcuni loro professori. Sono arrivati anche loro e dormiamo nello stesso hotel. La dirigente scolastica mi si avvicina e mi dice: “Siete gli unici che avete messo soldi sulla scuola. Avete potenziato l’organico, investito sull’alternanza, messo soldi sull’edilizia scolastica. Lei deve essere orgoglioso della buona scuola e deve difenderla di più questa riforma. Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di investire sulla scuola, grazie”.
Mi do un pizzicotto per assicurarmi che non sto dormendo. E poi penso che alla fine l’Italia è anche questo. Accanto alle persone che insultano, ai leoni da tastiera che odiano, c’è tanta bella gente che conosce la realtà e non si ferma agli slogan. Professori, dirigenti scolastici, studenti che sono a Napoli per un progetto pilota a livello nazionale e che ti dicono che la buona politica è andare avanti anche quando gli urlatori gridano forte.
Se questo Paese è passato in quattro anni dal segno meno al segno più, dal lavoro alla scuola, è grazie a una bellissima stagione di riforme coraggiose. Possiamo fare di più? Certo. Ma come mi ha detto quella professoressa: “Si ricordi sempre che nessun Governo ha messo sulla scuola i soldi che avete messo voi.”
E questo mi basta per andare a letto orgoglioso e augurarvi una buona notte. Domani si riparte dalla disarmante bellezza di Napoli”.