domenica, Dicembre 8, 2024

Palazzo Reale di Napoli, da oggi lo splendore dello Scalone e il lavoro dei restauratori in una mostra

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Restauri al Palazzo Reale di Napoli: dopo 100 giorni torna a splendere lo Scalone d’Onore. “Working Class”, una mostra in 15 foto che rappresentano il lavoro dei restauratori nella Cappella Reale.

Per un cantiere che si chiude un altro apre a Palazzo Reale. Si sono appena conclusi in cento giorni i lavori di restauro, pulizia e lucidatura dello Scalone d’Onore e si lavora alla messa in sicurezza della Cappella Reale al quale seguirà un minuzioso restauro.

Un altro tassello si aggiunge all’immensa mappa di lavori che si svolgono quotidianamente all’interno del Palazzo Reale – dichiara Paola Ricciardi, dirigente delegato dal Direttore generale Musei, prof. Massimo Osanna –  Oggi, nello stesso momento possiamo osservare i risultati di un restauro concluso e  i lavori di un cantiere  aperto  con il quale rendiamo partecipi i visitatori del duro lavoro che viene svolto da restauratori, alle volte molto impegnativo che si trasforma in arte attraverso una piccola mostra fotografica”.

Restauri al Palazzo Reale di Napoli:dopo 100 giorni torna a splendere lo Scalone d’Onore

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 “Working Class”, una mostra in 15 foto

che rappresentano il lavoro dei restauratori nella Cappella Reale

Napoli, 28 novembre 2024 - Per un cantiere che si chiude un altro apre a Palazzo Reale.  Si sono appena conclusi in cento giorni i lavori di restauro, pulizia e lucidatura dello Scalone d’Onore e si lavora alla messa in sicurezza della Cappella Reale al quale seguirà un minuzioso restauro.

“Un altro tassello si aggiunge all’immensa mappa di lavori che si svolgono quotidianamente all’interno del Palazzo Reale - dichiara Paola Ricciardi, dirigente delegato dal Direttore generale Musei, prof. Massimo Osanna -  Oggi, nello stesso momento possiamo osservare i risultati di un restauro concluso e  i lavori di un cantiere  aperto  con il quale rendiamo partecipi i visitatori del duro lavoro che viene svolto da restauratori, alle volte molto impegnativo che si trasforma in arte attraverso una piccola mostra fotografica”.

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Lo Scalone fu definito nel 1729 da Montesquieu “le plus beau escalier d’Europe”, ma quando il celebre filosofo ebbe modo di ammirarlo l’opera era costruita da Francesco Antonio Picchiatti tra il 1651 e il 1666 in pietra di piperno. In realtà quello che vediamo oggi fu progettato ex novo in marmo da Gaetano Genovese nel restauro generale dell’edificio risalente agli anni Quaranta del XIX secolo e rappresenta il simbolo del Palazzo Reale di Napoli.

Il tempo, gli incendi e gli agenti atmosferici avevano creato una serie di macchie che, grazie al lavoro di conservazione affidato al Consorzio CO.MA.BER, eseguito dalla ditta Officine Marmi Italia specializzata nel campo dei marmi e del restauro   e con la  direzione dei lavori affidata all’arch. Stefano Gei, sono state attenuate restituendo al marmo di Carrara la sua originale luminosità.

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Dopo un’approfondita fase di ricerca sono stati identificati i prodotti più idonei per trattare la superficie degli scalini. Dopo aver effettuato una pulitura per rimuovere lo sporco e le impurità sono stati applicati sulle macchie più evidenti e a più riprese impacchi per 24 ore al fine di estrarre le ossidazioni. L’ultimo intervento è stato quello della lucidatura con l’applicazione di un protettivo per preservare le superfici e migliorare la resistenza all’umidità. Il cantiere è stato aperto il 16 giugno scorso e oggi, dopo cento giorni effettivi di lavoro, è stata restituita ai visitatori una visione luminosa e brillante dell’opera architettonica della reggia napoletana.

L’immenso Scalone ha un’estensione 750 mq di per un’altezza di 30 metri circa e conduce all’Appartamento Storico al piano nobile dove si trova anche la Cappella Reale nella quale stanno per concludersi i lavori di Somma Urgenza che ha riguardato le superfici decorate della Cappella Reale, danneggiate da infiltrazioni d’acqua nel corso degli anni.

Il coordinamento alla sicurezza di entrambi i lavori è stato affidato all'arch. Maria Vittoria Iazzetti.

Almerinda Padricelli, funzionario architetto di Palazzo Reale  e responsabile del progetto ricorda che “I due interventi sono finanziati dal Grande Progetto del MIC. Il primo restituisce la visione luminosa e candida dei marmi dello Scalone, mentre nel secondo intervento i lavori sono stati eseguiti per consolidare e mappare superfici preziose, ma hanno anche consentito di effettuare degli studi approfonditi e importanti per orientare la progettazione del futuro cantiere di completamento del restauro delle superfici, in modo da valorizzare al meglio le aree di intervento nella Cappella Reale”.

La messa in sicurezza effettuata con carattere di somma urgenza per cui sono stati impegnati 400mila euro precede, infatti, il restauro delle parti ammalorate della Cappella, che ha un capitolo di spesa di un milione di euro.

Prima dell’inizio del restauro vero e proprio si è pensato di allestire una piccola mostra fotografica "Working Class", un progetto fotografico nato da un’idea di Barbara Balbi, restauratrice ABAP, Almerinda Padricelli, responsabile del progetto e la  collaborazione dei restauratori e delle restauratrici di Tecnicon srl  coordinati da  Luigia Gambino e di Francesca Di Martino restauratrice di Palazzo Reale.

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Nelle 15 fotografie di Camillo Ripaldi, esposte su sei pannelli nel cantiere ancora attivo, sono rappresentati momenti di lavoro di alcuni dei 20, restauratrici e restauratori nei due mesi di lavoro svolto.

"La mostra sottolinea alcuni aspetti meno consueti del lavoro dei restauratori mettendo in evidenza quanto il restauro sia gravoso dal punto di vista fisico e al contempo stabilisca un legame strettissimo con la materia dell'opera d'arte. - racconta Barbara Balbi, direttrice dei lavori - L'occasione di un cantiere di grandi dimensioni, inoltre, fa riflettere sulla sicurezza dei lavoratori in un momento storico in cui il tema è ancora molto sentito: in questo senso la fotografia aiuta a guardare meglio e da più vicino".

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 La mostra, gratuita per i visitatori di Palazzo Reale, sarà aperta dal 28 novembre 2024 al 7 gennaio 2025.
Il team di restauri

Lo Scalone fu definito nel 1729 da Montesquieu “le plus beau escalier d’Europe”, ma quando il celebre filosofo ebbe modo di ammirarlo l’opera era costruita da Francesco Antonio Picchiatti tra il 1651 e il 1666 in pietra di piperno. In realtà quello che vediamo oggi fu progettato ex novo in marmo da Gaetano Genovese nel restauro generale dell’edificio risalente agli anni Quaranta del XIX secolo e rappresenta il simbolo del Palazzo Reale di Napoli.

Il tempo, gli incendi e gli agenti atmosferici avevano creato una serie di macchie che, grazie al lavoro di conservazione affidato al Consorzio CO.MA.BER, eseguito dalla ditta Officine Marmi Italia specializzata nel campo dei marmi e del restauro   e con la  direzione dei lavori affidata all’arch. Stefano Geisono state attenuate restituendo al marmo di Carrara la sua originale luminosità.

Restauri al Palazzo Reale di Napoli:

dopo 100 giorni torna a splendere lo Scalone d’Onore

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 “Working Class”, una mostra in 15 foto

che rappresentano il lavoro dei restauratori nella Cappella Reale

Napoli, 28 novembre 2024 - Per un cantiere che si chiude un altro apre a Palazzo Reale.  Si sono appena conclusi in cento giorni i lavori di restauro, pulizia e lucidatura dello Scalone d’Onore e si lavora alla messa in sicurezza della Cappella Reale al quale seguirà un minuzioso restauro.

“Un altro tassello si aggiunge all’immensa mappa di lavori che si svolgono quotidianamente all’interno del Palazzo Reale - dichiara Paola Ricciardi, dirigente delegato dal Direttore generale Musei, prof. Massimo Osanna -  Oggi, nello stesso momento possiamo osservare i risultati di un restauro concluso e  i lavori di un cantiere  aperto  con il quale rendiamo partecipi i visitatori del duro lavoro che viene svolto da restauratori, alle volte molto impegnativo che si trasforma in arte attraverso una piccola mostra fotografica”.

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Lo Scalone fu definito nel 1729 da Montesquieu “le plus beau escalier d’Europe”, ma quando il celebre filosofo ebbe modo di ammirarlo l’opera era costruita da Francesco Antonio Picchiatti tra il 1651 e il 1666 in pietra di piperno. In realtà quello che vediamo oggi fu progettato ex novo in marmo da Gaetano Genovese nel restauro generale dell’edificio risalente agli anni Quaranta del XIX secolo e rappresenta il simbolo del Palazzo Reale di Napoli.

Il tempo, gli incendi e gli agenti atmosferici avevano creato una serie di macchie che, grazie al lavoro di conservazione affidato al Consorzio CO.MA.BER, eseguito dalla ditta Officine Marmi Italia specializzata nel campo dei marmi e del restauro   e con la  direzione dei lavori affidata all’arch. Stefano Gei, sono state attenuate restituendo al marmo di Carrara la sua originale luminosità.

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Dopo un’approfondita fase di ricerca sono stati identificati i prodotti più idonei per trattare la superficie degli scalini. Dopo aver effettuato una pulitura per rimuovere lo sporco e le impurità sono stati applicati sulle macchie più evidenti e a più riprese impacchi per 24 ore al fine di estrarre le ossidazioni. L’ultimo intervento è stato quello della lucidatura con l’applicazione di un protettivo per preservare le superfici e migliorare la resistenza all’umidità. Il cantiere è stato aperto il 16 giugno scorso e oggi, dopo cento giorni effettivi di lavoro, è stata restituita ai visitatori una visione luminosa e brillante dell’opera architettonica della reggia napoletana.

L’immenso Scalone ha un’estensione 750 mq di per un’altezza di 30 metri circa e conduce all’Appartamento Storico al piano nobile dove si trova anche la Cappella Reale nella quale stanno per concludersi i lavori di Somma Urgenza che ha riguardato le superfici decorate della Cappella Reale, danneggiate da infiltrazioni d’acqua nel corso degli anni.

Il coordinamento alla sicurezza di entrambi i lavori è stato affidato all'arch. Maria Vittoria Iazzetti.

Almerinda Padricelli, funzionario architetto di Palazzo Reale  e responsabile del progetto ricorda che “I due interventi sono finanziati dal Grande Progetto del MIC. Il primo restituisce la visione luminosa e candida dei marmi dello Scalone, mentre nel secondo intervento i lavori sono stati eseguiti per consolidare e mappare superfici preziose, ma hanno anche consentito di effettuare degli studi approfonditi e importanti per orientare la progettazione del futuro cantiere di completamento del restauro delle superfici, in modo da valorizzare al meglio le aree di intervento nella Cappella Reale”.

La messa in sicurezza effettuata con carattere di somma urgenza per cui sono stati impegnati 400mila euro precede, infatti, il restauro delle parti ammalorate della Cappella, che ha un capitolo di spesa di un milione di euro.

Prima dell’inizio del restauro vero e proprio si è pensato di allestire una piccola mostra fotografica "Working Class", un progetto fotografico nato da un’idea di Barbara Balbi, restauratrice ABAP, Almerinda Padricelli, responsabile del progetto e la  collaborazione dei restauratori e delle restauratrici di Tecnicon srl  coordinati da  Luigia Gambino e di Francesca Di Martino restauratrice di Palazzo Reale.

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Nelle 15 fotografie di Camillo Ripaldi, esposte su sei pannelli nel cantiere ancora attivo, sono rappresentati momenti di lavoro di alcuni dei 20, restauratrici e restauratori nei due mesi di lavoro svolto.

"La mostra sottolinea alcuni aspetti meno consueti del lavoro dei restauratori mettendo in evidenza quanto il restauro sia gravoso dal punto di vista fisico e al contempo stabilisca un legame strettissimo con la materia dell'opera d'arte. - racconta Barbara Balbi, direttrice dei lavori - L'occasione di un cantiere di grandi dimensioni, inoltre, fa riflettere sulla sicurezza dei lavoratori in un momento storico in cui il tema è ancora molto sentito: in questo senso la fotografia aiuta a guardare meglio e da più vicino".

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 La mostra, gratuita per i visitatori di Palazzo Reale, sarà aperta dal 28 novembre 2024 al 7 gennaio 2025.

Dopo un’approfondita fase di ricerca sono stati identificati i prodotti più idonei per trattare la superficie degli scalini. Dopo aver effettuato una pulitura per rimuovere lo sporco e le impurità sono stati applicati sulle macchie più evidenti e a più riprese impacchi per 24 ore al fine di estrarre le ossidazioni. L’ultimo intervento è stato quello della lucidatura con l’applicazione di un protettivo per preservare le superfici e migliorare la resistenza all’umidità. Il cantiere è stato aperto il 16 giugno scorso e oggi, dopo cento giorni effettivi di lavoro, è stata restituita ai visitatori una visione luminosa e brillante dell’opera architettonica della reggia napoletana.

L’immenso Scalone ha un’estensione 750 mq di per un’altezza di 30 metri circa e conduce all’Appartamento Storico al piano nobile dove si trova anche la Cappella Reale nella quale stanno per concludersi i lavori di Somma Urgenza che ha riguardato le superfici decorate della Cappella Reale, danneggiate da infiltrazioni d’acqua nel corso degli anni.

Il coordinamento alla sicurezza di entrambi i lavori è stato affidato all’arch. Maria Vittoria Iazzetti.

Almerinda Padricelli, funzionario architetto di Palazzo Reale  e responsabile del progetto ricorda che “I due interventi sono finanziati dal Grande Progetto del MIC. Il primo restituisce la visione luminosa e candida dei marmi dello Scalone, mentre nel secondo intervento i lavori sono stati eseguiti per consolidare e mappare superfici preziose, ma hanno anche consentito di effettuare degli studi approfonditi e importanti per orientare la progettazione del futuro cantiere di completamento del restauro delle superfici, in modo da valorizzare al meglio le aree di intervento nella Cappella Reale”. 

La messa in sicurezza effettuata con carattere di somma urgenza per cui sono stati impegnati 400mila euro precede, infatti, il restauro delle parti ammalorate della Cappella, che ha un capitolo di spesa di un milione di euro.

Prima dell’inizio del restauro vero e proprio si è pensato di allestire una piccola mostra fotografica “Working Class”, un progetto fotografico nato da un’idea di Barbara Balbi, restauratrice ABAP, Almerinda Padricelli, responsabile del progetto e la  collaborazione dei restauratori e delle restauratrici di Tecnicon srl  coordinati da  Luigia Gambino e di Francesca Di Martino restauratrice di Palazzo Reale.

Nelle 15 fotografie di Camillo Ripaldi, esposte su sei pannelli nel cantiere ancora attivo, sono rappresentati momenti di lavoro di alcuni dei 20, restauratrici e restauratori nei due mesi di lavoro svolto.

La mostra sottolinea alcuni aspetti meno consueti del lavoro dei restauratori mettendo in evidenza quanto il restauro sia gravoso dal punto di vista fisico e al contempo stabilisca un legame strettissimo con la materia dell’opera d’arte. – racconta Barbara Balbi, direttrice dei lavori – L’occasione di un cantiere di grandi dimensioni, inoltre, fa riflettere sulla sicurezza dei lavoratori in un momento storico in cui il tema è ancora molto sentito: in questo senso la fotografia aiuta a guardare meglio e da più vicino“.

La mostra, gratuita per i visitatori di Palazzo Reale, sarà aperta dal 28 novembre 2024 al 7 gennaio 2025.

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