sabato, Aprile 20, 2024

Napoli: reati ambientali, sequestri per 3 milioni di euro

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Raffaele Francesco D'Antonio
Raffaele Francesco D'Antoniohttps://www.2anews.it
Laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Federico II nel 2017. Nel 2018 si iscrive alla Magistrale di Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica.

Napolireati ambientali. Sequestri per 3 milioni di euro a un imprenditore del settore edile e dello smaltimento dei rifiuti.

I Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica, i Finanzieri del Comando Provinciale e gli Agenti dell’Unità Operativa Tutela Ambientale della Polizia Locale di Napoli hanno dato esecuzione, ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare nonché di sequestro preventivo di beni del valore di 3.000.000 di euro.

Il destinatario della misura personale e reale è B. S., imprenditore napoletano del settore edile e dello smaltimento dei rifiuti, titolare, tra le altre, della Edilcamaldoli s.r.l. e della Sansone s.r.l., indagato per il delitto di omessa bonifica

Il provvedimento cautelare scaturisce da complesse indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Ambiente. L’inchiesta è scaturita dall’esposto di alcuni cittadini che hanno denunziato ai magistrati inquirenti le condizioni di degrado e compromissione ambientale del Vallone San Rocco, area sita all’interno del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli.

Trattasi di una zona cittadina, collocata in prossimità del polo ospedaliero, che avrebbe dovuto costituire il polmone verde della metropoli ed invece è risultata costantemente afflitta da continui sversamenti ed interramenti di rifiuti speciali, anche pericolosi.

Napoli: reati ambientali, sequestri per 3 milioni di euro

Bruno Sansone chiedeva ed otteneva l’autorizzazione alla ricomposizione ambientale della menzionata cava, che veniva tuttavia utilizzata, per anni, quale sito di illecito smaltimento dei rifiuti da costruzione e demolizione, contenenti anche amianto, derivanti dalle attività delle proprie aziende. 

Gli Enti hanno stimato, altresì, il costo della rimozione dei rifiuti in 3.000.000 di euro, spesa che, allo stato dell’indagine, risulta esser stata risparmiata dall’indagato. La predetta cifra è stata sottoposta a sequestro su conti correnti riferibili sia direttamente che indirettamente all’imprenditore.

Sono stati sequestrati, inoltre, beni mobili (gli autocarri e i mezzi utilizzati per l’attività edilizia) ed immobili rientranti nel patrimonio dell’indagato, sino a coprire l’intero ammontare dell’illecito profitto.

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