venerdì, Aprile 19, 2024

Calcio Napoli: i fischi del San Paolo per una squadra senza gioco ed anima. 0-0 col Genoa

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Gara scialba con pochissime occasioni. Squadra senza cattiveria e senza una chiara supremazia. A fine gare, fischi assordanti dei pochi spettatori presenti

 

Quale occasione migliore per riprendersi almeno un pezzettino della stima dei tifosi? Quale migliore occasione di incontrare il Genoa al San Paolo?

A parole, come al solito, è tutto facile; nella realtà, invece, ci sono troppe varianti che soprattutto in una partita di calcio vanno oltre la semplice logica.

Ti aspetti un Calcio Napoli arrembante, pieno di voglia di spaccare il mondo ma poi, sul rettangolo verde quasi non pensi sia vero che la squadra con la maglia azzurra sia la stessa che lo scorso anno è arrivata seconda.

Una involuzione clamorosa, fuori da ogni logica o forse è una involuzione che eprte da lontano e che col campo di calcio ha poco a che fare.

Nel giorno del riscatto, il Calcio Napoli di Ancelotti regala ai coraggiosi spettatori del San Paolo la peggiore partita della stagione che fa coppia con la pessima prestazione di Roma.

Partiamo dalla partita con il poco che c’è da raccontare:

Ancelotti schiera: Ospina, Di Lorenzo, Koulibaly, Maksimovic, Hysaj, Callejon, Fabian Ruiz, Zielinsky, Insigne, Mertens, Lozano.

Il mister non lascia il suo pensiero di calcio e continua a proporre, in assenza del febbricitante Milik, i “piccoletti” in attacco.

Il Calcio Napoli sembra voler giocare con un pressing offensivo molto avanzato ma in nessun momento della partita l’idea di gioco riesce ed il Genoa ha vita facile nell’uscire dal pressing grazie soprattutto ad un Goran Pandev (grandi applausi per lui) che dall’alto della sua esperienza, accorcia a centrocampo e anticipa sempre gli avversari facendo respirare la propria squadra.

Al 1′ gol annullato ad Insigne per fuorigioco di Lozano, troppo precipitoso a lanciarsi in area sul passaggio di Mertens.

Al 15′ ci prova Zielinsky da fuori con la palla che viene deviata da Radu.

PEr il primo tempo non c’è niente altro da raccontare: assurdo per una squadra che vuole riscattarsi; assurdo per una squadra che crea, di solito, moltissime occasioni.

Pressing inutile, fatto male e coperto peggio: se al posto del Genoa ci fosse stata un’altra squadra, il Calcio Napoli avrebbe preso almeno due gol in contropiede.

Continuo a ripetere che per un centrocampo senza incontristi e limitati nel numero di due, supportare un attacco con due centrali più Insigne e Callejon sulle fasce, è impossibile, oppure dovrebbero esserci automatismi perfetti, coadiuvati da una forma fisica eccellente.

La ripresa vive di due occasioni

Al 61′ Koulibaly salva sulla linea di porta su tiro di Pinamonti, mentre all’86’ Elmas (subentrato ad uno scialbo Insigne) costringe Radu ad un intervento miracoloso, con la palla che non entra per pochissimi centimetri.

Al di fuori di queste due occasioni qualche tiro da fuori di Ruiz e niente altro.

L’unica cosa degna di nota sono stati gli abbondantissimi fischi del San Paolo a fine gara: fischi di delusione, rabbia, disapprovazione ed… amore.

E’ davvero incredibile l’involuzione di questa squadra ed è davvero incredibile che un allenatore come Ancelotti non abbia saputo gestire il gruppo e non sappia gestire l’incapacità della squadra di produrre gioco. Ormai sono quindici partite che non riesce il pressing alto, sono quindici partite che il centrocampo soffre; sono quindici partite che il Calcio Napoli non corre.

Un allenatore del suo livello dovrebbe, a mio parere, dare le dimissioni ed ammettere di non essere stato in grado di gestire nè il gruppo nè di dare una parvenza di gioco o di idea di gioco. Si salvano pochissime partite o sprazzi di gare e, sinceramente, è troppo poco per una squadra che dominava su tutti i campi, semmai non vincendo, ma dominando.

Non è neppure una giustificazione il calo motivazionale di alcuni giocatori forse arrivati al traguardo con questa maglia: un allenatore dovrebbe riuscire ad individuare chi ha voglia di mangiare l’erba e lottare.

Le cause della crisi sono già state analizzate ma, ora, piangere sul latte versato non serve a nulla. Ben vega la pausa per le nazionali: almeno tutti e ripeto tutti, avranno la possibilità di staccare un po’ la spina da questa assurda situazione.

La palla, vista la prestazione di oggi, passa alla società, la quale non può rimanere ferma a guardare questo crollo. C’è bisogno di una scossa.

Ultima considerazione: a chi giova questo silenzio stampa? I tifosi hanno il diritto di sapere dalla voce dei calciatori e dell’allenatore cosa sta succedendo.

Si chiude l’ennesima giornata triste di un 2019 davvero deludentissimo.

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