Come ordinato dall’arcivescovo Battaglia, sono stati rimossi dalla chiesa Maria Santissima della Cintura e della Consolazione di Marano i quadri donati dal padrino ritenuto legato ai corleonesi di Totò Riina e il cui fratello è stato giudicato come il mandante dell’omicidio di Giancarlo Siani.
Sono stati rimossi, dalla chiesa Maria Santissima della Cintura e della Consolazione di Marano, in provincia di Napoli, i quadri raffiguranti la Beata Vergine del Rosario di Pompei e Santa Rita. I dipinti erano stati donati dal boss Lorenzo Nuvoletta, morto nel 1994, alla parrocchia ed erano appesi in bella vista accompagnati da una targa con la scritta: “A devozione di Lorenzo Nuvoletta”.
Proprio ieri, l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, aveva ordinato l’immediata sostituzione con nuove immagini degli stessi soggetti, “perché – come si legge in una nota della Curia Arcivescovile di Napoli – la fede continui a camminare coi cuori e le gambe di chi nutre queste sane devozioni”.
“La decisione – continua il testo – è stata presa per non turbare gli stessi fedeli disorientandoli con azioni che potrebbero anche lontanamente essere ricondotte ad una ambiguità tra vangelo e vita, per riaffermare il primato della coscienza, illuminata dalla fede, che ci invita ad amare la verità e la giustizia» e «per dare un inequivocabile esempio di incompatibilità tra i percorsi del Vangelo e quelli dell’iniquità a qualsiasi livello”.
Lorenzo Nuvoletta, boss dell’omonimo clan, verso la fine degli anni ’70 allacciò legami strettissimi con i corleonesi di Totò Riina. E il fratello Angelo è stato ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista Giancarlo Siani.