giovedì, Marzo 28, 2024

Le sfide delle grandi aziende nel 2018: Ilva, Alitalia, Leonardo, Fincantieri

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Quanto influiranno le nuove elezioni politiche sul futuro delle grandi aziende italiane? Per Alitalia c’è ancora attesa sulla trattativa di acquisizione. Dal 10 gennaio riprende la discussione sull’Ilva. Per Leonardo le sfide sono già iniziate e il 30 gennaio sarà comunicato il Piano Industriale.

Le sfide delle grandi aziende nel 2018: Ilva, Alitalia, Leonardo, FincantieriSi preannuncia all’insegna di sfide cruciali il 2018 per le principali aziende italiane. C’è chi, come Ilva e Alitalia, dopo un 2017 vissuto nell’icertezza guarda a quello che verrà come anno della svolta per ripartire e c’è chi, in acque ben più tranquille, si trova di fronte importanti scommesse per giocare la carta della crescita sui mercati internazionali, come Fincantieri e Atlantia, impegnate in grandi partite oltreconfine. Ma non solo. C’è anche Leonardo che punta a una nuova stagione di rilancio. Per Alitalia sono scese in campo con offerte vincolanti, aziende come Lufthansa ed EasyJet. Non sono ancora chiari i tempi dell’operazione: l’obiettivo è quello di chiudere entro le elezioni politiche o anche prima. Ma, come è avvenuto nel 2008, un dossier come quello di Alitalia in campagna elettorale rischia di essere molto spinoso. Intanto, sul fronte operativo e industriale, Alitalia sembra tirare un sospiro di sollievo. Sta recuperando sul fronte dei ricavi e, intanto, prepara il 2018 con nuove destinazioni di lungo raggio. Ma, come ammonisce Gubitosi, “la compagnia sta meglio ma non sta ancora bene”. Insomma, il volo è ancora lungo. I prossimi giorni si annunciano decisivi per una svolta anche nella vicenda Ilva. Le sfide delle grandi aziende nel 2018: Ilva, Alitalia, Leonardo, FincantieriProgrammata, a partire dal 10 gennaio prossimo, una serie di incontri al ministero dello Sviluppo economico tra Am Investco (il nuovo investitore dell’Ilva) e i sindacati per continuare l’approfondimento sul piano industriale e su quello ambientale, adesso il vero nodo da sciogliere riguarda il conflitto aperto da Regione Puglia e Comune di Taranto proprio sul piano ambientale (presentato da Am Investco e approvato con decreto del presidente del Consiglio dei ministri a fine settembre). I due enti locali, nelle scorse settimane, hanno impugnato con un ricorso al tribunale amministrativo regionale di Lecce proprio il Dpcm in questione. Gli appelli fatti dai sindacati, a partire dai vertici Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, ma anche e soprattutto dal primo ministro Paolo Gentiloni, dal ministro Carlo Calenda e dal segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, perché il ricorso sia ritirato non hanno sortito effetto alcuno.

Sebbene Regione Puglia e Comune di Taranto abbiano ritirato la richiesta di sospensiva (la misura cautelate) relativamente al ricorso – e questo vuol dire che nella prima udienza del 9 gennaio al Tar non accadrà nulla in quanto i due enti locali puntano al giudizio di merito -, la situazione non si è rasserenata affatto. Anche se il giudizio di merito arriverà nell’arco di alcuni mesi e quindi ci sarebbe il tempo per discutere e trovare un’intesa, il fatto che il ricorso al Tar rimanga comunque in piedi viene visto come un grande ostacolo ai fini della cessione dell’Ilva ad Am Investco, la società formata da Arcelor Mittal, primo produttore mondiale di acciaio e da Marcegaglia.

Le sfide delle grandi imprese nel 2018: Ilva, Alitalia, LeonardoPer Leonardo, le sfide del 2018 cominciano subito. Il 30 gennaio, infatti, il cda approverà il nuovo piano industriale, che verrà presentato a Vergiate, in provincia di Varese, dove si trova uno dei più importanti siti della divisione elicotteri del gruppo. E, ha annunciato l’ad Alessandro Profumo che nello scorso maggio ha preso le redini del gruppo al posto di Mauro Moretti, sarà proprio l’elicotteristica una delle tre ‘gambe’, insieme ad aeronautica ed elettronica della difesa e sicurezza su cui poggerà il nuovo piano industriale. E sembra proprio che dal superamento delle criticità che si sono avute negli elicotteri e che hanno costretto a tagliare le guidance, parta il rilancio del gruppo. Nel 2017, ha più volte detto Profumo, è stato toccato il punto più basso e i problemi dell’elicotteristica sono “assolutamente temporanei”. Centrale in questa ripartenza di Leonardo sarà la crescita dei ricavi e l’offensiva sui mercati internazionali con il rafforzamento dei presidi commerciali per il quale è stata creata una nuova struttura. Ma la traiettoria di Leonardo si interseca con quella di Fincantieri in una importante partita che entrerà nel vivo nel 2018. Dopo il colpo di scena, ad agosto, arrivato con la decisione del Governo francese di nazionalizzare i cantieri navali di Stx quando ormai il gruppo navalmeccanico guidato da Giuseppe Bono era ormai a un passo dal traguardo, Italia e Francia nello scorso settembre hanno raggiunto un accordo che, oltre a sciogliere il nodo dei cantieri bretoni, definisce un percorso di integrazione sul militare tra Fincantieri e Naval Group.

Il primo step è quello del perfezionamento dell’accordo per Stx, dove Fincantieri deterrà una quota del 50% più un 1% in prestito per 12 anni. Si attende ora la conclusione di alcuni passaggi da parte francese per arrivare al closing all’inizio del prossimo anno. A febbraio, Fincantieri presenterà il nuovo piano industriale che terrà conto del nuovo perimetro con Stx. Più tempo ci vorrà sul fronte militare: la road map dell’operazione prevede un lavoro dei gruppi di studio fino al 30 giugno prossimo. Ed è qui che, per tutelare le proprie competenze, Leonardo punta a partecipare al tavolo negoziale con la joint venture Orizzonte Sistemi Navali, costituita al 51% da Fincantieri e al 49% da Leonardo.

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