martedì, Dicembre 23, 2025

Influenza, domina la variante K: casi in aumento ma senza forme più gravi

Il nuovo ceppo A(H3N2) dell’influenza è più contagioso e anticipa l’ondata influenzale, ma l’Iss rassicura: al momento non cresce la severità clinica.

L’ondata influenzale di questa stagione sta mostrando un’intensità più marcata e anticipata rispetto agli anni precedenti. A trainarla è soprattutto la variante K del virus influenzale A(H3N2), ormai diventata dominante sul territorio nazionale e caratterizzata da una maggiore capacità di trasmissione.

Secondo quanto rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità, però, a questa elevata diffusione non corrisponde, almeno per ora, un aumento della gravità dei sintomi. Le manifestazioni cliniche osservate restano in linea con quelle delle precedenti stagioni influenzali.

I numeri dell’epidemia

La crescita dei contagi è confermata dai dati del sistema di sorveglianza RespiVirNet: nell’ultima settimana monitorata sono stati registrati oltre 816 mila casi di sindromi respiratorie acute, circa 100 mila in più rispetto ai sette giorni precedenti. Un incremento che segnala come il picco influenzale sia arrivato prima del previsto.

Perché la variante K si diffonde così rapidamente

La circolazione del nuovo ceppo si inserisce in un contesto già complesso, segnato dalla presenza contemporanea di altri virus respiratori e da una popolazione che, negli ultimi anni, ha avuto una minore esposizione naturale all’influenza. Questo ha reso una parte consistente delle persone più vulnerabile al contagio.

L’Iss spiega che la variante K presenta diverse mutazioni aminoacidiche rispetto ai ceppi inclusi nell’attuale vaccino per l’emisfero settentrionale. Tuttavia, i dati epidemiologici disponibili indicano che non si osserva un aumento della severità della malattia.

Vaccini: cosa dicono i dati

Le analisi preliminari suggeriscono che i vaccini attualmente in uso continuano a offrire protezione contro le forme più gravi, in particolare contro l’ospedalizzazione. Non è ancora possibile stabilire con precisione l’efficacia nei confronti delle manifestazioni cliniche più lievi, ma gli esperti ribadiscono che vaccinarsi anche ora resta una scelta utile e raccomandata, soprattutto per tutelare le persone più fragili e ridurre la pressione sul sistema sanitario.

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