Con il concerto del 19 ottobre 2025, il Quartetto Mitja ha suggellato un altro lusinghiero successo nella sua lunga e fortunata carriera artistica con musiche di Martucci, Donizetti e Verdi.
Con il concerto di domenica 19 ottobre, il Quartetto Mitja è tornato a suonare a Napoli, un ritorno denso di significato, che li ha visti crescere, maturare e migliorare nel corso di questi lunghi anni, attraverso un difficile e lusinghiero percorso artistico. Per la prima volta ospite della Domus Ars di via Santa Chiara, sede della Fondazione Il Canto di Virgilio, il Quartetto Mitja ha proposto un interessante programma tutto italiano dal titolo significativo ITALIAN EXPERIENCE – Il quartetto d’archi in Italia.
L’impegno e lo studio appassionato e filologico, unito ad una profonda conoscenza della storia della musica, consente al Quartetto Mitja di proporre sovente brani originali e di rara esecuzione, come ad esempio i Tre Pezzi di Giuseppe Martucci che hanno aperto la serata. Scritti originariamente per pianoforte, il Quartetto Mitja ha avuto il privilegio e l’onore di eseguirli grazie ad una abile rivisitazione e trascrizione del M° Italo Vescovo (Finale Ligure, 1953), che li ha affidati nelle loro preziose mani.
Momento Musicale, Serenata e Notturno: questi i tre pezzi citati e interpretati con grande professionalità e particolare concentrazione. Giuseppe Martucci è senza dubbio uno dei massimi compositori della seconda metà dell’Ottocento, la cui fama è legata anche al rinnovamento della musica italiana. Allievo dell’indimenticabile Beniamino Cesi, fu un eccellente pianista e superbo compositore, di cui voglio ricordare i due difficili e impegnativi Concerti per pianoforte e orchestra, le due Sinfonie e la celeberrima Canzone dei Ricordi.

Ha fatto bene il Quartetto Mitja a ricordare questo eccelso compositore che in un programma tutto italiano, qui a Napoli, non poteva mancare. Con l’esecuzione dell’ultimo Quartetto di Gaetano Donizetti, il n. 18 in mi minore, A 482, del 1836, il Mitja ha finalmente coronato un difficile quanto lusinghiero progetto: concludere la registrazione integrale dei 18 quartetti per archi di Gaetano Donizetti, opere che il compositore amava come i figli e alle quali si dedicava quando non era impegnato nella stesura di una delle sue tante e famose opere liriche. Frutto di questo impegnativo lavoro lo ritroviamo nella pubblicazione del Vol.III dove sono registrati i primi tre (No.1,No.2,No.3) e gli ultimi tre (No.16, No.17, No 18) quartetti per archi del compositore bergamasco. Voglio inoltre ricordare che il Quartetto Mitja è la prima formazione italiana ad aver inciso l’integrale dei quartetti di Donizetti, contribuendo alla conoscenza preziosa e pressoché sconosciuta di questi piccoli capolavori di musica da camera, frutto di uno studio molto lungo e complesso, la cui perfetta intesa e il forte affiatamento dei quattro musicisti, Giorgiana Strazzullo, I° violino, Lorenza Maio, II° violino, Carmine Caniani, viola e Veronica Fabbri Valenzuela, violoncello, ha reso possibile un lavoro così geniale e soddisfacente.

La serata si è conclusa con l’esecuzione del Quartetto in mi minore di un altro grande operista italiano: Giuseppe Verdi, la cui scelta non cade a caso visto che il celebre compositore all’inizio del marzo 1873 era proprio a Napoli dove, dopo i trionfi di Aida alla Scala di Milano, si era recato per una ripresa della stessa diretta da Verdi al Teatro San Carlo. Talvolta anche le circostanze negative posso dare buoni frutti e quando il soprano Teresa Stolz si ammalò improvvisamente, per ammortizzare i tempi morti di quest’ozio forzato, scrisse il Quartetto in mi minore, che fu eseguito per la prima volta il 1° aprile 1873, esattamente due giorni dopo la rappresentazione di Aida.
Strutturato in quattro movimenti, questo difficile quartetto presenta notevoli difficoltà tecniche, ma soprattutto è composto in uno stile e un gusto tipicamente italiani. Significativa, inoltre, la scelta di concludere il quartetto con una Fuga, anzi con uno Scherzo-Fuga in tempo “Allegro assai mosso” il cui soggetto, che indica il tema fondamentale della fuga, è affidato al II° violino che deve suonare il “colorito” musicale in pianissimo e staccato: tutti elementi, questi, che sono stati perfettamente eseguiti dall’abilità e dalla lunga esperienza del Quartetto Mitja, nato nel 2008.
La travolgente e appassionata esecuzione del programma di sala, ha preteso, nel modo più naturale possibile, almeno un bis: il IV° movimento del Quartetto per Archi n.12 “Americano” in fa maggiore, op. 96 di Dvorak, che nella vasta produzione musicale del compositore ceco, occupa senza dubbio un posto di grande rilievo: composto nel giugno del 1893 nella cittadina di Spilville, durante il suo soggiorno in America, questo meraviglioso quartetto con il travolgente e sensazionale IV° movimento, contiene evidenti accenti e forti richiami del folclore statunitense, di cui rimase molto affascinato e soprattuto riconoscente al popolo americano per il calore e l’affetto che gli dimostrarono nella sua lunga e proficua permanenza in questo “Nuovo Mondo”, e l’allusione alla Sinfonia n. 9 in mi minore, op. 95, eseguita per la prima volta a New York il 16 dicembre 1893, non è assolutamente casuale.
Il successo decretato da questa ultima (in senso cronologico) fatica del “nostro” quartetto, è senza dubbio più che meritato, e non solo per meriti artistici, ma anche per una certa rara disponibilità e simpatia che li proietta verso un futuro luminoso e soddisfacente: per esempio con il loro prossimo impegno artistico, qui a Napoli, e precisamente nella meravigliosa Sala degli Specchi del Palazzo Serra di Cassano quando, sabato 29 novembre, presenteranno ufficialmente il III° cofanetto (doppio CD) cha conclude l’incisione integrale dei 18 quartetti per archi di Gaetano Donizetti.
