lunedì, Agosto 18, 2025

Giffoni Film Festival, De Laurentiis: “Se non si prendono decisioni il calcio rischia di sparire in tre anni”

Le parole di Aurelio de Laurentiis, giunto a Giffoni Valle Piana per l’inaugurazione del festival del cinema per ragazzi.

Dal calcio al cinema, passando dalla questione stadio del Napoli “pronto tra tre anni” alle piattaforme in streaming come Netflix “che hanno ucciso il cinema”, in un incontro senza filtri: un’ora e più a rispondere alle domande dei giurati del Giffoni Film Festival per Aurelio de Laurentiis, giunto a Giffoni Valle Piana per l’inaugurazione del festival del cinema per ragazzi.

Prima parte dell’incontro dedicata al suo Napoli, una squadra che vince ma anche un’azienda che sta sul mercato con successo in un contesto, quello della serie A che De Laurentiis definisce “fallimentare”: “Io non mi vergogno, come fanno molti oggi, di fare anche la bassa macelleria – ha detto il patron azzurro -. Siamo poco più di 100 persone a lavorare nel Napoli.

In altri club sono in 500, 600. Questa è la differenza. Questa è la sostenibilità vera”. “Di questo passo – l’allarme del patron azzurro – se non si prendono decisioni il calcio rischia di sparire nel giro di due-tre anni”. E ne ha pure per il calcio femminile: “I costi sono arrivati alle stelle. Senza fondi pubblici è solo un peso. Prima servono strutture, organizzazione, sponsor veri. Altrimenti restano solo belle parole”.

Poi il racconto della svolta nella gestione del merchandising del club: “Non ero d’accordo ad arricchire Nike, Adidas, Puma. Quando il mio fornitore mi disse ‘con il Covid non posso darti i 7 milioni’, gli risposi ‘teniti il 10%, il resto lo gestisco io’. Alla fine avevano venduto solo cinque maglie in America. Ho letto il contratto, c’era una clausola per la disdetta da esercitare entro febbraio. Feci una raccomandata e via”.

E’ nato così il nuovo progetto interno: “Ho chiamato Giorgio Armani. Gli dissi ‘mi serve un brand divino’. E lui ha detto sì. Poi ho coinvolto mia figlia, che faceva la psicologa. Le ho detto ‘lascia la psicologia, mi servi in azienda’. Ora abbiamo una vera e propria divisione che produce, vende e incassa. Ieri, solo online, abbiamo fatto mezzo milione di euro”.

Quando poi un giurato del Giffoni Film Festival ha chiesto ad Aurelio De Laurentiis se l’intelligenza artificiale sia un rischio per il cinema, la risposta del produttore ha spiazzato tutti. “L’intelligenza artificiale mi arrapa da morire. È uno strumento potentissimo. Chi la teme, è già fuori dal gioco”.

Poi è arrivato il ricordo del disastro produttivo del film ‘Dune’ diretto da David Lynch: “Film complicatissimo, oggi lo vediamo diviso in due da Villeneuve. Ma Lynch non era l’uomo giusto. E in America, se sbagli, perdi decine di milioni. Oggi centinaia. C’è un film uscito ora che è costato 300 milioni di dollari. Ma recupererà? Ce lo chiediamo ogni giorno”.

E il colpo finale al sistema: “Netflix ha ucciso il cinema – dice De Laurentiis -. Ma l’ha fatto bene. Non devono guadagnare da un film, ma attirare abbonati. Se crescono di mezzo punto, salgono in Borsa. Quest’estate, mentre i ragazzi non andavano a scuola, Netflix è passata dal 7,5% all’8,5%. YouTube è fermo al 12%, ma non cresce. Netflix sì. E questo è quello che conta davvero”.

Finale con dedica al cinema inteso come passione: “Il cinema ci rappresenta, perché racconta le nostre vite. A Los Angeles, la prima cosa che ho fatto è stata costruirmi una sala vera in casa. Ho chiamato George Lucas, i migliori tecnici. Perché oggi le sale non suonano più bene. Oggi si è perso tutto”.

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