venerdì, Dicembre 26, 2025

Eseguita per la prima volta la rarissima Missa di Requiem di Domenico Sarro

Grande successo per l’esecuzione della Missa di Requiem di Domenico Sarro alla Chiesa di Santa Caterina da Siena grazie alla Fondazione Pietà dè Turchini di Napoli.

Con l’esecuzione di sabato 12 aprile 2025, presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena, della rarissima Missa di Requiem, di Domenico Sarro, scritta nel marzo 1743 (un anno prima della sua morte), la Fondazione Pietà de’ Turchini, nell’ambito della stagione musicale 2024/25, ha regalato al raffinato e attento pubblico napoletano una serata che può essere definita senza dubbio unica e indimenticabile.

La ragione è molto semplice: il recupero di questa importantissima e rara partitura ha contribuito, grazie al prezioso lavoro del prof. Paologiovanni Maione, consulente musicale di questa importante Fondazione e direttore artistico della prima edizione della rassegna universitaria, alla conoscenza della musica sacra del Sarro che con questa esecuzione abbiamo avuto prova della sua più raffinata qualità, apprezzandone lo stile e la dimensione spirituale estremamente intimista.

L’esecuzione di questa pagina sacra di pregio del compositore di scuola napoletana del primo settecento è stata affidata all’ensemble “Talenti Vulcanici,” diretti da Stefano Demicheli, succeduto al compianto e stimato Maestro Sergio Balestracci, deceduto lo scorso anno, che ha guidato l’ensemble per quasi trent’anni, e affiancati da La Stagione Armonica, con la partecipazione della Schola Gregoriana della Pietà de’ Turchini, diretta da Lanfranco Menga. Si tratta di una scrittura di notevole finezza e ricca di dolenti passaggi che segnano il sentire in musica dell’epoca.

La sua struttura è a 2 Canti, Alto, Tenore, Basso, 2 Violini, Viola di Alto con Organo. Esecuzione di raffinata bellezza e di grande attenzione per la complessità di questa pagina sacra e inedita del Sarro che, grazie alla bravura dei musicisti e del coro, diretti magistralmente dal direttore già citato, hanno lasciato una traccia indelebile non solo della loro bravura ma anche del profondo lavoro di uno dei più importanti musicisti del Settecento Napoletano.

Il manoscritto principale è conservato alla Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna, mentre altre copie si trovano in Polonia, Repubblica Ceca e Germania. Il Requiem di Sarro si distingue per lo stile contrappuntistico e per l’assenza di drammaticità, a differenza di altri compositori napoletani del tempo. Il nome di Sarro fatica ad emergere nella generazione di musicisti post-scarlattiana, sebbene il suo talento fu riconosciuto nel Dizionario storico-critico di Giuseppe Bertini del 1814.

Un ulteriore motivo per studiare e riproporre pagine uniche troppo spesso dimenticate, come appunto la sua Missa di Requiem. Compositore e scrittore straordinario di opere, Sarro è noto in particolar modo per la produzione di musica sacra, la cui produzione fu prolifica, ma molta di questa musica risulta a tutt’oggi purtroppo irreperibile, fatta eccezione naturalmente per questo meraviglioso Requiem, il cui valore è accresciuto dal fatto che poco è sopravvissuto delle partiture sacre dell’autore.

Nato a Trani nel 1679, si trasferì all’età di sei anni a Napoli, dalla non si allontanerà mai più, iniziando a frequentare il Conservatorio di Sant’Onofrio, nel quale iniziò a seguire le preziose lezioni di autorevoli musicisti dell’epoca come Alessandro Scarlatti e Angelo Durante. Rivale di Mancini e dello stesso Alessandro Scarlatti, concorse per ottenere il posto di maestro della Real Cappella della corte napoletana, ma fu nominato soltanto vice.

Fu il primo, inoltre, a musicare il giovane Metastasio, e nel 1716 fu rappresentata la sua prima opera seria Ciro, su libretto di Pariati, al Teatro San Bartolomeo, oggi chiesa della Graziella, nel vico omonimo, a due passi da via Medina. Inoltre la vita del Sarro si va ad incrociare con quella di Carlo di Borbone che, giunto a Napoli nel 1734, decide qualche anno più tardi di costruire un teatro che sia in linea con la città di Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie: ebbene, il 4 novembre 1737, Carlo di Borbone inaugura il nuovo teatro che porterà il suo nome, con l’Achille in Schiro di Domenico Sarro, Quest’ultima, insieme a L’impresario delle Canarie (1724) e Didone abbandonata (1724), sono tre importanti pagine che meritano almeno un ascolto, tutte su libretto del Metastasio.

Il secolo d’oro della musica a Napoli è un patrimonio di inestimabile valore che spesso viene dimenticato o poco seguito visto che nel Settecento due erano le città dove si poteva studiare seriamente musica: Venezia e Napoli. Quest’ultima era una delle mete più ambite per i musicisti e i compositori dell’epoca, che venivano fino a Napoli da tutta Europa per scoprire i segreti del Bel Canto: uno di questi fu un certo Wolfgang Amadeus Mozart.

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