venerdì, Aprile 19, 2024

Al Teatro Mercadante in scena lo spettacolo Prometeo

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Domani al Teatro Mercadante sarà in scena la prima dello spettacolo PROMETEO da Eschilo. Adattamento, scene e regia di Massimo Luconi. Interpretato da Luca Lazzareschi nel ruolo di Prometeo.

Luca Lazzareschi interpreta uno dei personaggi più misteriosi e complessi della mitologia greca, Prometeo, affiancato in scena da Alessandra D’Elia nel ruolo di IoFloriana Cangiano in arte Floil CoroGigi Savoia ErmesTonino Taiuti Oceano, e con il fisarmonicista Vittorio Cataldi. La regia e le scene sono di Massimo Luconi.

Lo spettacolo – presentato alla prima edizione della rassegna Pompeii Theatrum Mundi al Teatro Grande di Pompei la scorsa estate – giunge dal 4 al 15 aprile al Teatro Mercadante. Prodotto dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale con Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia, l’allestimento si avvale di una installazione di Moussa Traore, artista e scultore ambientalista senegalese; dei costumi di Aurora Damanti; delle musiche di Mirio Cosottini. La consulenza storico letteraria è di Davide Susanetti, autore della traduzione del testo su cui si basa l’adattamento del regista.

Al Teatro Mercadante in scena lo spettacolo Prometeo«Il destino di Prometeo – annota il regista Luconi – è diventato, nel corso della storia della nostra civiltà, l’emblema di una umanità che acquista autonomia, fra utopia e sconfitta, libero pensiero e consapevolezza di sé, in contrapposizione alle minacce della natura e alla tirannia di un potere violento e distruttivo.

Prometeo dona il fuoco agli uomini per affrancarli dalla loro barbarie, ma il fuoco ha anche un valore ambiguo, come ambigua è la figura stessa di Prometeo, eroe e vittima del potere di Zeus, ma anche in parte colpevole di aver tradito la fiducia del re dell’Olimpo (e il fatto che questo dono possa essere usato male è uno dei motivi che percorrono l’opera e che inquietano il nostro presente).

Al Teatro Mercadante in scena lo spettacolo Prometeo La vicenda di Prometeo, con la sua dolorosa e nobile immagine di ribelle, di uomo in rivolta, che accetta di scontare il proprio destino con intransigente e coerente consapevolezza, è carica di pathos senza tempo, di rimandi a momenti drammatici della nostra storia contemporanea.

Con un doppio livello di narrazione (teatrale ed emotivo), siamo testimoni di un dramma che appartiene ai canoni del teatro antico e moderno, e guardiamo a questa opera straordinaria dell’antichità con il nostro sguardo critico, spogliandola dall’enfasi della tradizione ottocentesca ma assumendone in pieno l’energia e il fascino primordiale. Dopo aver nutrito il mio orizzonte culturale con la Grecia moderna più che con quella antica, occuparsi di Prometeo vuol dire compiere un viaggio alla ricerca del mito che ci appartiene come popoli del Mediterraneo.

La storia di Prometeo, che è dentro di noi, sedimentata da secoli di storia anche tragica, ci arriva con i pezzi dell’opera di Ritsos, con il cinema di Cacoyannis e di Angelopoulos, incarna le nostre angosce e inquietudini, in termini psicanalitici rappresenta anche un incessante desiderio, una perenne insoddisfazione e pulsione conoscitiva e riflette in sintesi il tormento e il rovello intellettuale dell’uomo, che gli antichi greci già avevano ben evidenziato e analizzato. La tragedia è tutta in questa tensione su ciò che sarà domani, nella continua attesa sul futuro degli uomini e degli dei».

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