mercoledì, Aprile 24, 2024

Al COA di Napoli tra nomine e rinunce trama sempre più fitta sulla due diligence

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Mentre la vicenda dell’autore delle scritte offensive in Tribunale si è risolta grazie ad un filmato con il volto di quello che fino a poco tempo fa era un ignoto colpevole, si infittisce la trama relativa alla due diligence nominata dalla maggioranza del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli per verificare le debitorie recentemente scoperte ed individuare i correttivi da effettuare in sede di assestamento del bilancio preventivo 2022.

Ad oggi nessuna relazione è stata resa nota agli iscritti nonostante l’opinione dei consiglieri dimissionari Sabrina Sifo, Eugenio Pappa Monteforte ed Ilaria Imparato, fermi sulla “necessità della convocazione di un’assemblea per l’approvazione della delibera di variazione del bilancio di previsione 2022 entro il 30 novembre 2022”. Quanto alla due diligence, a restare poco chiare sono le modalità dell’incarico inizialmente conferito a due professionisti, entrambi componenti del Consiglio dell’Ordine dei dottori commercialisti, scelti dal loro Ordine, ente al quale era stata demandata la scelta. 

A tal proposito i tre consiglieri dimissionari che votarono contro la due diligence ed invitarono il loro Consiglio a valutare se confermare la nomina di professionisti che invece avevano il dovere deontologico di astenersi dall’accettazione dell’incarico, hanno aggiunto nuovi particolari. «Secondo alcune indiscrezioni – hanno affermato – pare che i professionisti allora nominati abbiano rinunciato all’incarico e che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati abbia proceduto alla nomina diretta di un unico professionista, modificando quindi la procedura inizialmente adottata». «Se fosse confermata questa procedura, al di là della nostra contrarietà alla due diligence – hanno detto ancora gli avvocati Sifo, Pappa Monteforte e Imparato – va certamente evidenziato che l’indicazione fornita dall’ Istituzione di appartenenza di un professionista rappresenta una garanzia di terzietà». 

Detto ciò, è comunque evidente che, allo stato dei fatti, l’allungamento dei tempi e la modifica delle procedure, attuata in corso d’opera, determina un ritardo anche nella risposta a quelle esigenze di chiarezza a gran voce richieste da tutti gli avvocati napoletani.

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