martedì, Aprile 30, 2024

Lo spreco dei farmaci. Cosa è possibile fare?

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di Maria Sordino – Gettare via un farmaco inutilizzato è un’abitudine comune: ogni anno quintali di confezioni di farmaci scaduti vengono distrutti negli inceneritori.

Non solo. Un farmaco su dieci è destinato ad essere “cestinato” dai pazienti, perché le confezioni sono troppo ricche di compresse e pasticche o, al contrario, ne contengono troppo poche. Secondo Pierluigi Bartoletti, vice segretario nazionale della Fimmg, il problema è legato al fatto che, per alcuni antibiotici, per esempio, la confezione standard contiene un minor numero di compresse rispetto alle prescrizioni tipo, per cui i pazienti si trovano costretti a iniziare e lasciare a metà una seconda confezione di medicinale, per poter ultimare correttamente la cura. La stessa situazione si verifica con gli antipertensivi, pur essendo questi farmaci indicati per terapie croniche e quindi a minor impatto sugli sprechi.

Di fatto, se le sacche di spreco in  ambito sanitario ammontano a circa 3,5 miliardi di euro che ogni anno, in teoria, potrebbero essere recuperati, di questi, l’impatto dei farmaci usati male si aggira intorno a 1,6 miliardi l’anno.

Sicuramente sarebbe auspicabile un intervento strutturato da parte delle Aziende Farmaceutiche e degli organi competenti.

Con la legge 166/2016, entrata in vigore il 14 settembre, che limita gli sprechi di cibo, sono entrate in gioco anche le medicine.

La legge stabilisce le “disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”.

La filosofia che c’è dietro, di chiaro respiro europeista, è quella green che vuole una ottimizzazione dei consumi e una riduzione degli sprechi, sia per il mancato uso di risorse ancora valide, sia per il non corretto smaltimento dei rifiuti, che causa un aumento dei costi per i contribuenti.

Nella legge, all’Art. 15, si parla dei farmaci inutilizzati e della loro donazione alle ONLUS, che può essere fatta a patto che la conservazione delle medicine sia stata ottimale e che non si tratti di sostanze psicotrope o dispensabili solo in strutture ospedaliere.

Nel frattempo, ognuno di noi può intervenire, adottando poche semplici regole.

Innanzi tutto, è importante utilizzare i farmaci solo quando strettamente necessario e seguendo con scrupolosa attenzione i consigli del proprio medico di famiglia.

Un buon suggerimento, poi, potrebbe essere quello di portare al medico una lista dei farmaci che si hanno in casa, affinché egli possa valutare la possibilità di utilizzarne qualcuno già disponibile.

In questo modo si eviterà di sovraffollare inutilmente l’armadietto dei medicinali, riducendo il rischio di fare confusione o di usare farmaci scaduti.

 

 

 

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